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Non è peccato - La Quinceañera
Vincitore al Sundance Film Festival 2006 del premio della giuria e quello del pubblico, "La quinceañera - Non è peccato" parte da una celebrazione molto sentita nell'America latina per raccontare uno spaccato di vita nella comunità messicana di Echo Park, Los Angeles, ma anche dei mutamenti sessuali di una coppia di adolescenti.
La protagonista è Magdalena, figlia di una famiglia messicano-americana di Echo Park. Con l'avvicinarsi del suo quindicesimo compleanno i suoi pensieri sono tutti rivolti all'organizzazione della sua Quinceañera, una specie di debutto in società che segna il passaggio dall'adolescenza alla maturità di una donna. I preparativi per la cerimonia sono molto importanti, abiti eleganti, macchine di lusso, damigelle, pranzo... gli stessi preparativi che da noi si farebbero per un matrimonio. Ma pochi mesi prima della grande celebrazione, Magdalena rimane incinta ed anche se non ha mai avuto un rapporto completo col suo ragazzo, viene ripudiata dal padre che non le crede e si sente disonorato. Buttata fuori di casa, va a vivere dal suo vecchio zio Tomas, che si guadagna da vivere vendendo per strada champurrado (una bevanda calda messicana). Con lui vive anche Carlos, cugino di Magdalena, a sua volta cacciato di casa dai genitori perché scoperto a guardare siti gay. La sua iniziazione sessuale avviene con una ricca coppia gay bianca, pionieri della rivalutazione dei beni immobiliari del quartiere.
La forza del film è nella sua capacità di raccontare in maniera armoniosa e organica tre tipi di cambiamenti: quello personale che vivono i due protagonisti adolescenti alla scoperta della loro sessualità, come questa trasformazione venga vissuta dalle famiglie e nei rapporti con gli amici ed infine i mutamenti che travolgono il quartiere nel quale vivono. Nessun elemento sovrasta gli altri e questo rende la caratterizzazione delle diverse personalità ancor più completa e sfaccettata, con una grande attenzione ai dettagli. Particolarmente toccante la prova di Chalo Gonzalez, nei panni dello zio Tomas, un vecchietto dolce e generoso che non giudica ma apre a tutti la sua casa e il suo cuore.
Dal punto di vista formale i due registi, Richard Glatzer e Wash Westmoreland, si sono ispirati al cinema inglese degli anni '60, più precisamente ai "Kitchen Sink drama", film che volevano rappresentare in modo realistico la quotidianità domestica delle classi lavoratrici, arricchendola qui di tematiche razziali e sessuali, ambientando la storia in un quartiere latino in trasformazione. Si vede che i due registi si muovono in una realtà a loro ben nota, si erano trasferiti ad Echo Park nel 2001 e volevano che il film catturasse lo spirito del luogo. La possibilità di girare nelle vicinanze della loro casa e di utilizzare attori non professionisti prendendoli tra le persone del luogo ha reso ancor più autentico lo svolgersi delle vicende. "Il successo fu che il quartiere stesso divenne un personaggio del film. La gente ci lasciava entrare nelle case, si cambiava per fare da comparsa, ci prestava i vestiti della Quinceañera, cucinava per noi".
La frase: "Non è possibile che tu sia incinta, non l'abbiamo fatto... Vorrà dire che se sarà maschio lo chiameremo Jesus".
Elisa Giulidori
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