N'Gopp
"N'gopp" racconta un sogno metropolitano. Il sogno di Gennaro (Luigi Biondi), affermato DJ di una radio napoletana, legato al suo rapporto con Shandra (Elena Russo) che vorrebbe veder sfociare in un amore perfetto e da favola. Di contorno ai due protagonisti principali gravitano altri personaggi minori che arricchiscono questa curiosa commedia sentimentale.
In una Napoli fotografata come Miami, il regista Pablo Dammicco ci racconta questa storia all'apparenza semplice ed elementare ma che si rivaluta con un finale onirico ed inatteso.
L'idea sottesa al film, che inizialmente lascia perplessi, e che trova una sua giustificazione, come detto nel finale, è però sviluppata dal regista in maniera approssimativa e scarsamente professionale. Il soggetto, di per sé stimolante, viene purtroppo rovinato da soluzioni narrative confuse e da una sceneggiatura lacunosa che rende difficile la comprensione della storia. Ad un montaggio audace e non privo di originalità fa da contraltare una realizzazione tecnica che lascia decisamente a desiderare. Inquadrature traballanti riprendono personaggi che si producono in dialoghi elementari e scontati privi di spessore ed interesse. A volte anche irritanti per la loro banalità. Ad una discreta attenzione per le luci ed i colori si contrappone una disarmante incapacità di muovere la macchina con una tecnica adeguata. Insomma, tutto il film è attraversato da una sensazione di approssimazione e dilettantismo che si riverbera anche sulla recitazione degli attori e su i loro movimenti a tratti impacciati a tratti insignificanti.
Il film inizialmente era stato pensato per essere girato a Los Angeles poi, esigenze di produzione, hanno consigliato una sua trasposizione in Italia, a Napoli, città dove il regista ci confessa di non essere mai stato prima. Forse questo è uno dei motivi del disagio che si percepisce nel raccontare una storia che invece è ambientata nella città partenopea. Con tutte le sue particolarità e le sue peculiarità. Bisogna dire però, che alcune scene risultano divertenti e qualche risata riescono a strapparla. In particolare, tutta la lunga sequenza all'interno dell'istituto di bellezza femminile , si rivela gradevole e sufficientemente comica.
Infine, citiamo la sigla durante i titoli di coda eseguita dal gruppo Soul Tribe di Andrea Dea, con il bel pezzo "La magia del vicolo": decisamente una delle cose migliori del film.
Das
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