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New Home Movies from the Lower 9th Ward
L’anno scorso fu Spike Lee a presentare al Festival di Venezia un documentario sulla tragedia di New Orleans, quest’anno, e alla Festa del cinema di Roma, è un altro grande filmaker, il premio oscar Jonathan Demme, a mettere la propria firma su di un progetto analogo.
In verità in comune i due lavori hanno giusto il tema generale e da lì prendono spunto per fare un quadro d’insieme nel caso di “When the leeves broke”, partendo dal particolare nel caso di questo “New home movies from the lower 9th ward”.
Katrina e Rita, i due cicloni che hanno dato il “la” alla distruzione di New Orleans sono passati nel Settembre del 2005. Demme si reca in uno dei più poveri e importanti quartieri della città per ben cinque volte, partendo dal Gennaio 06 fino all’anno successivo. Quello che raccoglie sono ritratti di gente del posto che non si da per vinta, che il più delle volte non trasloca come gli è stato consigliato di fare da amici e istituzioni, ma che si impegna per ricostruire le proprie fondamenta (reali, non metaforiche) e riavvicinarsi alla vita che fu. Si polemizza logicamente con il governo incapace di gestire la situazione e inviare le giuste sovvenzioni a persone che già hanno vissuto momenti terribili e che adesso dovrebbero esserne al riparo e, più mestamente, si reclama quel senso di appartenenza che un tempo faceva della zona uno di quei quartieri in cui la parola famiglia poteva essere utilizzato come sinonimo. Non c’è pietà nelle immagini che Demme registra con una videocamera digitale, i personaggi vengono normalmente introdotti in situazioni di vita quotidiana, mentre scherzano sul disastro o lasciano trasparire un apparente approccio filosofico alla problematica, forse l’unico modo che gli consente di non rassegnarsi. Testimonianze valide e toccanti che costituiscono un film che di cinematografico ha soprattutto le carrellate che Demme regala delle macerie e l’utilizzo di una colonna sonora scritta per l’occasione, su cui svettano le note dei violini di Djamel Ben Yelles e Ernie-K-Doe.
La frase: "They told me I should go to Houston. New Orleans is my home. Why shouldn't I come back here? (Mi hanno detto che dovrei andarmene a Houston. New Orleans è la mia casa. Perché non posso tornare qui?)".
Andrea D’Addio
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