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Monster X Strikes Back: Attack the G8 Summit!
Uno dei generi più originali e caratteristici del Cinema giapponese è senza dubbio il daikaiju, che tecnicamente significa film con i mostri, e che i quasi quarantenni nostalgicamente riconosceranno in Megaromen e Godzilla, serie Tv cult della fine degli anni 70, e che i più appassionati rivedranno volentieri in “Girara no gyakushu / Samitto kiki ippatsu!”, diretto dal regista giapponese Minoru Kawasaki e presentato alla 65ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Dopo “The Calamari Wrestler” e “Executive Koala”, infatti Kawasaki riporta sul grande schermo Guilala, un mostro già conosciuto nel 1967 in “The X From the Space”, creato per contrastare il successo di Godzilla.
Con le sue strane e ovviamente mostruose sembianze, Guilala arriva sulla terra originato da una spora cosmica che per trasformarsi e rigenerarsi assorbe energia termica, e minaccia di distruggere il Giappone proprio mentre a Hokkaido si sta svolgendo un summit del G8 sulla imminente crisi ambientale, e, mentre i grandi della terra cercano un modo per distruggerlo, in un piccolo villaggio si adora il dio Také-Majin, (la cui voce è del mitico Beat Takeshi alias Takeshi Kitano), l’unico che secondo la profezia è in grado di distruggere il mostro alieno.
A metà tra il comico e l’assurdo, “Girara no gyakushû: Tôya-ko Samitto kikiippatsu”, rispetta tutti i clichè del genere, a cominciare dai poco sofisticati effetti speciali. I mostri infatti non sono altro che attori con degli ingombranti costumi di gomma, e le dimensioni gigantesche sono rese tali dall’utilizzo di miniature di case e automobili, cosa che salta all’occhio non appena si ha la comparsa della terribile creatura. Ma è proprio questo aspetto demodé dell’uso degli effetti visivi che rende ancor più particolare e divertente questo genere di film, tecnica che il bizzarro regista sa usare bene, accompagnandola a storie paradossali e trasformando la pellicola in una sorta di satira.
Nel film infatti la cosa più comica sono proprio i rappresentanti del G8, che sono talmente occupati a cercare di distruggere il mostro più per un tornaconto personale, come visibilità e conferme elettorali, che per un reale senso di eroismo o di dovere sociale. In questo modo, tutti i loro atteggiamenti, e tutte le trovate che escogitano, oltre che rispecchiare i luoghi comuni del proprio paese, diventano anche tentativi che li rendono ridicoli agli occhi del mondo. Alla fine sarà la fede in un dio, molto diverso dall’immaginario collettivo, e sicuramente meno autorevole di quanto ci si aspetti, a risolvere la situazione.
È esilarante vedere i presidenti più potenti della terra discutere di cose inutili, ed esaltarsi delle idee dei propri alleati, per poi accanirsi quando il piano risulta fallimentare, e notare come Kawasaki abbia saputo bene far riferimento a scandali politici accaduti realmente, senza però mai essere esplicito o offensivo.
Una commedia sui mostri che sa anche di ironia politica, un film divertente e sicuramente geniale, ma che probabilmente non è adatto ai più, perché bisognerebbe avere lo spirito giusto per apprezzarlo, come il distacco dalle moderne tecniche cinematografiche che rendono le pellicole fantascientifiche quasi reali, e la predisposizione mentale sul fatto che anche i mostri possono divertire e tenere incollati davanti al grande schermo.
La frase: "Tutti quei leader messi insieme non stanno combinando un bel niente".
Monica Cabras
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