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Maschi contro femmine
"Un uomo e una donna sono le persone meno adatte a sposarsi tra di loro".
Dopo questa didascalia di Massimo Troisi, i titoli di testa della quarta fatica registica di Fausto Brizzi – autore dei due "Notte prima degli esami" e di "Ex" – accompagnano una cicogna che porta un neonato tra le braccia di Monica (Lucia Ocone) e suo marito Walter (Fabio De Luigi), allenatore di una squadra di pallavolo femminile di serie A che finisce per intraprendere una storia clandestina con la schiacciatrice Eva Castelli (Giorgia Würth).
Poi, prima di fare conoscenza con il playboy misogino Diego (Alessandro Preziosi) che, vicino di casa della poco appariscente infermiera Chiara (Paola Cortellesi), precipita in un inspiegabile stato di impotenza sessuale, incontriamo Nicoletta (Carla Signoris), la quale, sorpreso il marito Vittorio (Francesco Pannofino) ad amoreggiare con una ragazza cubana, lo scarica e cade in una vera e propria crisi di mezza età.
E sono Andrea (Nicolas Vaporidis) e la sua amica omosessuale Marta (Chiara Francini), i quali si scoprono entrambi innamorati di Francesca (Sarah Felberbaum), a chiudere la galleria di personaggi che popolano i veloci e tutt’altro che noiosi 113 minuti di visione, al cui interno, oltre a Nancy Brilli ("Un’estate al mare"), Paolo Ruffini ("Natale a New York") e Giuseppe Cederna ("Marrakech express"), troviamo coinvolti in piccoli ruoli Claudio Bisio ("Benvenuti al sud"), Emilio Solfrizzi ("Piede di Dio") e Luciana Littizzetto ("Manuale d’amore").
Per non parlare di Massimiliano Bruno – co-sceneggiatore della pellicola insieme allo stesso regista, al fido Marco Martani e alla new entry Pulsatilla – nei panni di un divertente psicologo, all’interno di quella che, come ci ha insegnato ormai da mezzo decennio la tradizione brizziana, si presenta nelle vesti di commedia corale volta sì a divertire, ma anche a stimolare la ghiandola della commozione.
Quindi, un’operazione che, ottimamente interpretata e commentata dalle difficilmente disprezzabili musiche di Bruno Zambrini ("Paparazzi"), non appare poi troppo distante nel look e nei contenuti dal succitato "Ex", rispetto al quale, però, risulta leggermente inferiore.
Anche se Brizzi, che pone durante i titoli di coda alcune sequenze del già annunciato "Femmine contro maschi", riesce nell’impresa di riconfermarsi come abile ed a tratti originale narratore di storie tricolori su celluloide, mentre ci lascia inoltre apprendere che il mondo non è in digitale, è in pellicola e non è né a colori, né in bianco e nero, ma pieno di sfumature di grigi.
La frase: "Amore è la parola più pericolosa del vocabolario, naturalmente dopo matrimonio".
Mirko Lomuscio
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