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Manchester by the SeaLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Sara D'Agostino15 ottobre 2016Voto: 10.0
In “Manchester by the sea”, film in concorso nell'undicesima edizione della Festa del cinema di Roma, scritto e diretto da Kenneth Lonegarn, la vita di Lee Chandler (Casey Affleck), un uomo triste e solitario, viene stravolta dall'improvvisa morte del fratello Joe (Kyle Chandler). Lee vive a Boston e lavora come tuttofare in un condominio, conduce un'esistenza sicuramente poco appagante ed il suo comportamento brusco e aggressivo, così come il suo sguardo spesso vuoto ed assente tradiscono l'ombra di un passato tormentato e pieno di dolore. Quando suo fratello muore, Lee è costretto a far ritorno nella sua città natale, la Manchester by the sea del titolo, per occuparsi dei funerali di Joe e per adempiere all'inaspettato ruolo di tutore del nipote adolescente Patrick (Lucas Hedges). È proprio in questa meravigliosa e suggestiva cittadina di mare che riaffiorano in Lee ricordi dolorosi che lo costringono a fare i conti con il proprio passato.
La pellicola si dipana elegantemente fra le pieghe della vita umile della famiglia Chandler, ripercorrendone gli eventi più importanti, grazie soprattutto al sapiente uso dei flashback che interrompono il continuum spazio-temporale del film e pongono il presente in una continua dialettica col passato. Lonegarn, dopo l'acclamato “Margaret” del 2011, si dimostra dunque ancora una volta un narratore potente e visionario che intreccia perfettamente passato e presente, in un racconto pieno di tensione che evita abilmente il mero sentimentalismo per concentrarsi su una assai penetrante intuizione emotiva ed analizzando profondamente le relazioni umane. Il regista affronta una realtà drammatica in maniera assolutamente originale e in alcuni momenti riesce abilmente a venarla di umorismo. Risulta quanto mai evidente l'intenzione di spazzare via qualunque scontato e semplicistico patetismo in favore di un approccio autentico e a tratti persino crudo. Il film di Lonegarn ci mette di fronte al senso di solitudine di un uomo sconfitto dalla vita attraverso un linguaggio filmico scarno, fatto di pochi e brevi dialoghi, intensi primi piani ed una fotografia che privilegia i colori freddi. L'interpretazione di Casey Affleck ci regala un personaggio di straordinaria profondità e complessità ed il paesaggio, fatto di porticcioli, barche e cantieri navali, e dove il mare è il freddo e turbolento interlocutore dell'uomo conferisce alla storia un'atmosfera quasi straniante. Manchester by the sea è un film sicuramente difficile da etichettare proprio perché complesso e a tratti sfuggente, si ha, infatti, spesso l'impressione di non sapere affatto che cosa stia per accadere e in quale direzione vogliano muoversi i personaggi. Tuttavia il potere di suggestione e fascinazione che l'intera pellicola esercita sullo spettatore è significativo e porta ad una completa compartecipazione alle vicende narrate e alle emozioni messe in scena. Non ci sono conclusioni facili o scontate nel film di Lonegarn, così come non ce ne sono nella vita reale. Il regista sembra suggerire che non tutto debba per forza procedere secondo un ordine ben preciso, ci sono avvenimenti improvvisi che arrivano a stravolgere bruscamente l'esistenza, a deviare inaspettatamente un percorso ed i suoi personaggi, così come le persone reali, si trovano a dover affrontare, ciascuno a suo modo, l'imprevedibilità della vita. La frase dal film:
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