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Maghi e viaggiatori
Presentato nella Sezione Controcorrente della 60° Mostra del cinema di Venezia, "Maghi e Viaggiatori" è, a mio parere, uno dei film migliori visti qui a Venezia.
Realizzato da Khyentse Norbu, il regista del Bhutan già noto per il suo film "La coppa" in cui si parlava di un gruppo di monaci buddisti appassionati di calcio, il film è un piccolo capolavoro di tecnica cinematografica.
Il regista del Buthan, già assistente di Bertolucci ne "L'ultimo Imperatore",- del quale Norbu dice essere il suo mentore - ha una dimestichezza innata nel manovrare la macchina da presa. Realizza inquadrature sempre appropriate, capaci di enfatizzare nella giusta misura, senza eccessivi virtuosismi, la storia che si racconta. Una trama semplice, in verità. Quella di un giovane funzionario statale, dislocato in uno sperduto paesino tra le montagne, che ha la possibilità di andare negli Stati Uniti dove ha trovato un lavoro. Si mette in marcia per raggiungere il più vicino centro abitato per poter prendere un aereo che lo conduca negli States. Ma il viaggio non sarà affatto semplice a causa della mancanza dei mezzi di trasporto. Saranno suoi compagni un monaco tibetano, un contadino che va a vendere le sue mele, un commerciante di carta di riso assieme alla figlia. Alla fine del lungo viaggio quasi totalmente fatto a piedi, il giovane funzionario vedrà le sue convinzioni circa l'irrinunciabile opportunità di volare nel paese dei sogni, minata da quello che imparato durante l'esperienza di quei pochi giorni.
Il film è impreziosito da una splendida fotografia che raggiunge gli apici della sua bellezza nelle sequenze fantastiche della storia che il monaco racconta ad i suoi compagni e che intermezza la narrazione principale grazie ad un montaggio molto originale e molto creativo. La favola raccontata dal monaco è un gioiello che si incastona brillantemente nella già raffinata architettura del film. Storia emblematica ed ancestrale nella sua costruzione, è anche caratterizzata da bellissimi effetti speciali che contribuiscono ulteriormente a valorizzare l'opera.
Gli interpreti sono tutti attori non professionisti: un produttore TV, il capo della commissione del mercato azionario del Bhutan, un colonnello che lavora come guardia del corpo del re, un bidello, una giovane studentessa di medicina. Tutti molto bravi e tutti ben diretti da Norbu che ha anche investito proprie risorse finanziarie nella produzione del film.
Un film da vedere. Speriamo che la distribuzione abbia l'occhio lungo e lo proponga in maniera convincente.
Daniele Sesti
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