L'era glaciale 2: il disgelo
Dal primo "L'era glaciale" per noi sono passati poco più di tre anni, un'inezia se rapportata agli oltre quattro miliardi dell'intera storia del nostro pianeta, ma un tempo abbastanza grande perchè per Manny (il mammuth), Sid (il bradipo) e Diego (la tigre) cambi tutto. Il mondo infatti si sta scongelando e la loro fine, se non raggiungeranno una pseudo "arca di Noè" posizionata dall'altra parte della valle, appare segnata...

Sostenuto come nel primo episodio dall'impianto narrativo del "road movie", "L'era glaciale: il disgelo" non paga lo scotto del fenomeno sequel (un "numero 2" quasi mai vale un "1"), riuscendo a combinare con il giusto equilibrio quelle esigenze educative e di intrattenimento che si spera sempre di trovare nei film che trovano nel pubblico giovanile, buona parte dei propri spettatori.
Se il primo vedeva la natura animale ed il libero arbitrio al centro della trama, con la tigre Diego che si ribellava ai propri istinti di predatore risparmiando la vita al bebè, stavolta è la natura e la sua evoluzione (il disgelo della Terrra) a rappresentare il pericolo. Un fenomeno ineluttabile, che rende più nobili quelle espressioni di coraggio, amicizia, altruismo ed amore che dovrebbero costituire il punto di partenza per cercare di superare di qualsiasi problema: il branco come famiglia. Non è un caso infatti che più volte si cerchi di identificare nei personaggi le diverse figure che compongono una famiglia (papà, mamma, figli, zii e fratelli). Alle diverse situazioni comiche dei protagonisti si aggiungono quelle dello scoiattolo Scrat e della sua ghianda, già protagonista del primo episodio e de bellissimo cortometraggio "Gone nutty" candidato all'Oscar nel 2002.
Esteticamente il film è pressoché perfetto. Il lavoro fatto dalla Blue Sky Studios per rendere il più possibile realistiche le cromature del pelo degli animali, le scene con l'acqua o i diversi giochi di luce propri dei luoghi che vengono attraversati durante il viaggio dai protagonisti, è infatti grandioso e dimostra l'impegno profuso da tutti nel perfezionamento del prodotto.
Nella versione italiana alle confermate voci di Pino Insegno (Diego), Leo Gullotta (Manny) e Claudio Bisio (Sid) si aggiungono quelle di Roberta Lanfranchi (Ellie) ed Eddie (Lee Ryan, ex cantante della band dei Blue). Un bel cast, che come lo stesso Insegno ha confermato in conferenza stampa "non vampirizza l'attenzione dello spettatore, ma cerca di aggiungere al personaggio interpretato". La voce di Bisio in effetti, così come nel primo, è quasi irriconoscibile.
Un film quindi senza dubbio riuscito, che divertirà qualsiasi tipologia di spettatore.

La frase: "Sono mammuth da neanche cinque minuti e già ci stai provando?".

Curiosità: Nella versione originale la voce di Tony lo svelto è del popolare presentatore televisivo Jay Leno.

Andrea D'Addio

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