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La verità, vi spiego, sull'amore

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato23 marzo 2017Voto: 7.0
 

  • Foto dal film La verità, vi spiego, sull'amore
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È inutile girarci intorno: quando una relazione è finita, bisogna trovare il coraggio di ammetterlo a se stessi e andare avanti con la propria vita. Come ad esempio accade a Dora (Ambra Angiolini) nel film “La verità, vi spiego, sull’amore” di Max Croci. La vita della donna finisce sottosopra nel momento in cui il compagno Davide (Massimo Poggio) la lascia dopo sette anni di relazione e due figli: Pietro di cinque anni e Anna, di uno. Sopraffatta dalla routine bambini/lavoro, Dora si rifiuta di elaborare il lutto sentimentale, finché non arriva il bisogno di raccontare la verità a Pietro, il quale crede ancora che il papà sia via solo per lavoro. Dora, spronata dall'amica Sara (Carolina Crescentini), trova finalmente la forza di reagire. Il primo passo sarà riappropriarsi del proprio tempo assumendo l'insolito babysitter Simone (Edoardo Pesce), poeta-bidello e nuovo fidanzato di Sara.

È insolito vedere sul grande schermo pellicole di grande innovazione in termini di regia. Max Croci, infatti, ha pensato bene di utilizzare tecniche che ricordassero il luogo dal quale è nato l’omonimo romanzo che ha ispirato il film, ovvero un blog. Ambra Angiolini, infatti, si rivolge al pubblico guardando spesso dritto nell’obiettivo della camera da ripresa per avere un contatto diretto con lo spettatore, così come accade su piattaforme di quel tipo. È già accaduto in passato che venisse usato questo stratagemma durante le riprese, ma l’intuizione maggiore del regista è stata quella di usare la varietà di inquadrature e modalità di ripresa allo scopo di destabilizzare il pubblico per far emergere ancora più in profondità il disagio provato dai personaggi della storia. Per quanto riguarda gli altri aspetti tecnici de “La verità, vi spiego, sull’amore”, partiamo dal fatto che la pellicola gode di una fotografia pulita, composta da colori accesi e che ben si accostano al tipo di narrazione.

A svolgere una funzione importante nel progetto è anche la colonna sonora che cambia i base al momento, passando da musiche più movimentate e allegre a quelle più malinconiche e tristi. La sceneggiatura contiene dialoghi serrati, alcuni dei quali di forte impatto, anche se non eccelle per l’originalità. Spesso, infatti, nel cinema viene trattato il tema della separazione e delle difficoltà che si possono incontrare quando i due coniugi hanno figli e per questo bisognerebbe sfruttare le potenzialità che il linguaggio ha in sé.
D’altronde è anche normale che ciò sia difficile da realizzare dato che il film rispecchia in tutto e per tutto il romanzo da cui è tratto. Molto intensa nell’interpretazione è stata Ambra Angiolini.
Quest’ultima ha dato vita a scene in cui gli spettatori si possono facilmente rispecchiare ed è riuscita in più di un’occasione a far sorridere il pubblico grazie all’uso, talvolta sorprendente, dell’ironia.

La bravura di Massimo Poggio non è da meno e si è dimostrato un valido compagno di ‘viaggio’ per la Angiolini ne “La verità, vi spiego, sull’amore“. Il personaggio di Giuliana De Sio è quello che ci vuole per passare una serata non solo volta alla riflessione, ma anche a un po’ di puro umorismo: divertente, sarcastica, senza peli sulla lingua.
Peccato le sia stato affidato un ruolo minore, quello della madre di Poggio, perchè conosciamo bene le capacità dell’attrice e sappiamo che avrebbe potute regalare molte più risate di quante già non ce ne siano state. A sorprendere più degli altri è però Edoardo Pesce, il babysitter del figlio, per la sua naturalezza e semplicità nell’interpretare il personaggio, mentre Carolina Crescentini risulta sopra le righe in più scene del film. Infine è bene rimarcare i temi trattati nella pellicola perchè è vero che la separazione è qualcosa di normale ai giorno d’oggi, ma non è mai facile dire al proprio figlio “io e papà ci lasciamo”, nonostante spesso sappiamo che questa potrebbe essere la scelta migliore per tutti. Ma non solo, perchè viene sottolineato quanto sia difficile trovare il coraggio di affrontare una gravidanza e mettere al primo posto la vita di un altro essere umano.


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