L'amore non basta
Una pellicola, quella del giovane regista Stefano Chiantini, che purtroppo non convince, e che anzi dalle premesse avute, ci si attendeva sinceramente qualcosa di più concreto e valido.
Una sceneggiatura, scritta insieme all’amico Rocco Papaleo (qui anche attore), evidentemente con dei problemi narrativi: difatti per parecchi tratti, la storia risulta "scollegata", incomprensibile, lasciando quasi lo spettatore in una sorta di confusione mentale.
Le difficoltà del rapporto di coppia, la separazione, le incertezze dell’amore, sono certamente temi interessanti e attuali, ma che il film non analizza e non affronta con il piglio giusto, cadendo a tratti nella banalità e nella scontatezza narrativa.
Giovanna Mezzogiorno regge da sola la scena, dando un’altra bellissima prova d’attrice: ai suoi personaggi (e ai suoi sguardi) ci si affeziona sempre, anzi la sua è una performance silenziosa, rabbiosa, sempre potente e coinvolgente.
Purtroppo non si può dire lo stesso per Alessandro Tiberi, certamente attore polivalente (nella sua carriera anche televisione e teatro) ma qui monotono, per niente incisivo, poco comunicativo, e che personalmente ci rimane più impresso per la voce (è anche doppiatore di Leonardo Di Caprio e Tobey Maguire, per citarne alcuni), che per sua la recitazione.
Altra nota stonata è quella di Alessandro Haber, ma non nel senso negativo della sua interpretazione (tra l’altro ingiustamente dosata col contagocce), ma proprio perché il regista non ne ha sviluppato il personaggio, dandogli solo alcune piccole scene, quando invece Haber, e ormai lo fa da tanti anni, sa essere protagonista, anche in ruoli da non protagonista.
La pellicola si focalizza, poi, anche qui con poca enfasi, sul tema della scrittura: il diario, oggetto di (ri)unione per la coppia, ma anche il computer, dove Angelo, scrive e riscrive la sua storia, in una sorta di flash back in tempo reale, sono punti un pò misteriosi, che invece di chiarire, deviano la storia e ne "disturbano" la visione, già non facile.
Rocco Papaleo, infine, nella veste, stile Ghost, di attore – guida, è un altro personaggio poco sviluppato, al quale forse bisognava dare più spazio, e che invece finisce per fare la figura, un pò stopposa, del Grillo Parlante in giacca e cravatta.
Poco ritmo, poca passione (di quella se ne trova davvero poca traccia), chiudono il quadro di un film, dal quale avremmo voluto e desiderato molto di più.
Giovanna Mezzogiorno non basta... a salvare la baracca.

La frase: "Con l’amore non se magna".

Andrea Giordano

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