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La moglie del cuoco











Volete ridere in modo delicato e con un tocco di raffinatezza? Il cinema francese è quello che fa per voi e “La moglie del cuoco” offre i migliori attori del momento nel paese transalpino guidata dalla regia di Anne Le Ny, attrice, regista e sceneggiatrice amatissima in Francia e famosa per le sue interpretazioni in “Quasi amici” e “La guerra è dichiarata”.
Ormai il food e il cinema sono sempre più uniti, ma in questo caso il ristorante fa solamente da background visto che il tema principale è l’amicizia e l’amore. Il cuoco stellato Sam, Roschdy Zem, ha vissuto la sua vita oscurando la moglie Carole, Emmanuelle Devos, ma adesso lei si ribella e trova un’amica in Marithé, Karin Viard. Tutto sembra andare per il meglio, la sua nuova amica dirige un centro per la formazione professionale, ma cambierà totalmente l’intreccio della storia quando conoscerà l’affascinante marito.
Comicità e proprietà di comunicazione raffinata tipiche della Ville Lumiere, ma la realtà dei fatti è che aspetto fondamentale in questi 91’ è il ritmo che non sale e non attira lo spettatore. L’attenzione divaga e i dialoghi, anche se ben strutturati, non permettono di dare uno sviluppo narrativo intrigante alla vicenda con spazi e luoghi limitati. Raccontare i sentimenti a 50 anni non è facile, e forse nella società di oggi anche irrealistico. L’unione della modernità con il romanticismo all’antica: la verità è che il tentativo è più che buono, ma la sostanza non cambia e il ritmo è basso e troppo lento.
Il lungometraggio, che sembra trattare banalmente il tema del triangolo amoroso nasconde un percorso più profondo che va da un’amicizia sincera all’emancipazione delle donne. Parlando di cinema d’oltralpe è sicuramente paragonabile a “Potiche” di Fronçois Ozon, dove una donna borghese era stupida di vivere nell’ombra.
La fotografia del film è di qualità, con sfumature cromatiche sul grigio che trasmettono esattamente la situazione attuale. La regista riesce con una serie di inquadrature in primo piano a regalare grande espressività ai dialoghi e mescola sapientemente situazioni che vanno dalla speranza alla crisi esistenziale. C’è un po’ di tutto in questo “La moglie del cuoco” che rispetto ai nostri film regala momenti di attenzione catalizzando comunque sia l’attenzione in un modo che solo il made in France può regalare.

La frase:
"Ho bisogno di una vita tutta mia, questa è la verità".

a cura di Thomas Cardinali

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