L'alba dei morti viventi
Ispirato ad uno dei più famosi film horror di tutti i tempi (Zombi di George A. Romero), L'alba dei morti viventi si contraddistingue non solo per l'ottimo script ma anche e soprattutto per la magnifica realizzazione. Avendo come chiaro intento quello di rivisitare e riadattare ai nostri tempi un classico del cinema, la pellicola punta in alto, e per fortuna il risultato viene conseguito. Come l'originale è visionario e macabro, ripugnante eppure accattivante, ma a differenza di quello ha un qualcosa in più (in primo luogo il ritmo, molto sostenuto e il montaggio, decisamente innovativo) che lo rende più "veritiero" e intrigante. Effetti speciali e makeup di ultima generazione fanno il resto. Si sa, il genere non è dei più semplici: spesso viene considerato di bassa lega, altrettanto spesso è snobbato da critici e specialisti. In compenso però il pubblico si dimostra sempre curioso e attento: in questo caso, i puristi non potranno storcere il naso in quanto tutto segue le regole canoniche. C'è sangue, budella, arti mozzati e cervella spappolate. Non mancano occhi pendenti e rigurgiti ripugnanti, il tutto condito con battute di spirito e cinismo a più non posso.
A differenza degli zombi originali, questi di Snyder, noto regista di video clip musicali qui alla sua prima grande prova dietro la macchina da presa, si muovono molto più velocemente, sono più forti e più aggressivi. Non sembrano rintontiti, ma anzi, perseguono il loro fine (quello di cibarsi di carne "viva") con una tenacia e una "vigoria" a dir poco sorprendente. La frase cult, "quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra", è ripresa dal film del 1979 così come l'idea che i superstiti si rifugino in un supermercato, chiara metafora di un consumismo che spinge gli zombi a reiterare, quasi per coazione, l'attività più importante che facevano da vivi. Manca qui la posizione marcatamente anti-conformista, propria di Romero e si intravede invece un punto di vista più "psicologico": ogni personaggio ha delle sue motivazioni che lo portano a reagire in modo complesso nei confronti degli zombi. Non ci sono quindi solo l'istinto e la paura, ma anche la commiserazione, la repulsione, la pietà.
Ore 6.37 di un mattino qualsiasi. L'infermiera Ana Clark (Sarah Polley - La mia vita senza me) viene svegliata dalle urla si suo marito. È riverso a terra, con la giugulare recisa da un morso. Ana cerca di tamponare la ferita, ma ogni suo sforzo è inutile. Disperata si accorge che l'uomo è morto, ma all'improvviso questi si solleva e cerca di aggredirla con una violenza ed una rabbia inaudita.
Sconvolta si lancia dalla finestra, mette in moto l'automobile e si rende conto che tutto intorno c'è il delirio. Dopo una fuga rocambolesca incontra l'agente di polizia Kenneth (Ving Rhames - Con Air) e qualche altro disperato con cui prova ad uscire dall'incubo in cui sembrano essere stati catapultati. Tutti insieme cercano un rifugio e si barricano in un supermercato, unica roccaforte che il manipolo di sopravvissuti cercherà di difendere con ogni mezzo dall'attacco di migliaia di non-morti. Ma prima o poi le porte cederanno...

Teresa Lavanga

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