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La grande scommessa











Il cinema ha il compito principe di raccontare storie e spesso si avvale di fatti realmente accaduti. Un evento che ha cambiato per sempre la storia dell’economia mondiale e scoperchiato il vaso di Pandora sul default dei mutui subprime è il fallimento di Lehman Brothers nel 2007-08. Milioni di persone rimasero senza lavoro, senza una casa, ma alcuni furono più abili e riuscirono a leggere in anticipo quello che stava accadendo e a guadagnarci su.
Se “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese aveva raccontato l’ascesa al potere di Jordan Belfort (interpretato da uno splendido Leonardo DiCaprio) e lo scandalo Penny Stocks, qui ne “La Grande Scommessa” diretto da Adam McKay è un altro il sistema messo sotto accusa con una commedia nera sicuramente più corale, dove ognuno dei protagonisti ha un ruolo da recitare e lo fa molto bene con dei tempi pressoché perfetti. Basato su libro “The Big Short” del giornalista finanziario Michael Lewis può contare su degli interpreti davvero in forma smagliante: Christian Bale svetta su tutti nei panni di Michael Burry, ma anche lo schizofrenico Steve Carrell è strepitoso in quelli di Mark Baum e il trader finanziario Jared Vannet di Ryan Gosling non sono da meno. Quest’ultimo in uno stile che ricorda molto il Frank Underwoord di “House of Cards” è un narratore onnisciente della storia, anche se naturalmente qui il livello di serietà del presidente della serie Netflix non è minimamente paragonabile. Una parte più marginale, ma altrettanto riuscita per Brad Pitt nei panni di una figura misteriosa che aiuta due giovani ad arricchirsi per poi rimproverarli davanti ai troppi festeggiamenti.
La storia de “La Grande Scommessa” è quella di un paese messo in ginocchio, che ha trascinato con lui l’intera economia mondiale. Un gioco perverso di inganni e frodi per truffare i cittadini ed arricchirsi a dismisura. La grandezza di questa commedia è dunque in delle meravigliose prove attoriali, ma anche in una sceneggiatura semplificata per cercare di far capire a un pubblico il più ampio possibile cosa sia effettivamente accaduto (anche con l’ausilio di alcuni camei a sorpresa con star del calibro di Margot Robbie e Selena Gomez). Adam McKay punta dunque indubbiamente a strappare delle risate e ci riesce, ma vuole anche scuotere le coscienze di coloro che non hanno ancora compreso il gioco di potere dietro al sistema bancario. Un film incredibilmente antiamericano dunque, che mette in mostra come nel mondo della finanza ci siano molti più bambini che adulti. Il denaro è un terribile gioco e “La Grande Scommessa” ci farà scoprire la storia di quattro giocatori che hanno saputo leggere la situazione e smascherare il bluff delle banche, magari per aiutare il mondo e le coscienze ad aprirsi.

La frase:
"Smettetela di ballare! Voi da oggi siete ricchi sfondati, mentre milioni di persone stanno per ridursi per strada, senza casa e lavoro. Smettetela di ballare!".

a cura di Thomas Cardinali

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