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La 25ª ora
Per gli amanti delle caratterizzazioni, l'ultimo film di Spike Lee, "La 25ª ora", può essere definito come una favola metropolitana o come il primo film pensato e scritto dopo la tragedia dell'undici settembre o come un documentario su New York realizzato da occhi arrabbiati e disillusi. Gli occhi sono quelli di Edward Norton nei panni di Montgomery Brogan, condannato per spaccio di stupefacenti, che girovaga per la città nelle ultime sue ventiquattro ore di libertà prima di doversi recare, il giorno successivo, in un penitenziario per scontare sette anni di prigione. Gli occhi di Norton vagano per le strade di una New York lacerata, dove i fari che sostituiscono le due torri sembrano dei moncherini lanciati nella notte verso lo spazio, dove le lucide simmetrie delle inquadrature di Spike enfatizzano il senso di mancanza incrociando angoli e riprendendo il vuoto. Brogan, nelle sue ultime ventiquattr'ore, è alla ricerca di risposte alle molte domande che gli affastellano la mente. Con un morbido gioco di campi e controcampi, che donano un intimo ritmo alla narrazione, Spike Lee sgrana il rosario degli interrogativi di Brogan. Chi è stato a tradirlo con la narcotici? Perché non ha studiato legge all'università? Perché non ha mollato tutto sei mesi prima, riciclando tutti i soldi già guadagnati in qualche redditizio fondo di investimento? Come sfuggire alla terribile sorte che lo attende in galera? Domande che rimangono tali negli occhi amareggiati del padre, nelle pieghe del magnifico corpo di Naturelle, la sua ragazza, nell'espressione di compatimento dei suoi amici di infanzia Jacob e Francis. Risposte che, forse, trova solo nello sguardo duro e minaccioso di Zio Nikolai, il mafioso russo per il quale Brogan spacciava la merce.
Domande e risposte che rimbalzano nei dialoghi degli amici di Brogan che finiscono per fare propri gli interrogativi e le ansie dell'amico. Dal particolare all'universale e ritorno, passando da una dichiarazione d'amore senza confini per New York - così come si può amare un'amante menomata a causa di un incidente - ad una disanima sulla vita e le occasioni di riscatto, a come si calcola il tuo "percentile" nella scala della seduzione al maschile. Il film, coprodotto anche da Tobey Maguire, è tratto dal romanzo di David Benioff, pubblicato nel 2001, che ne ha anche realizzato la sceneggiatura. Il cast, composto da professionisti affermati, è di ottimo livello. Barry Pepper e Philip Seymour Hoffman (gli amici Francis e Jacob), Rosario Dawson (la fidanzata Naturelle), Brian Cox (il padre), tutti ruotano magnificamente interagendo con Edward Norton che conferma di essere uno dei migliori attori della sua generazione.
Probabilmente, l'ora più bella del film è l'ultima, la venticinquesima per l'appunto. Quella che precede la discesa all'inferno di Brogan, quella in cui si descrive con un finale volutamente teatrale - ma è quel che serve per emozionarci un pò - ciò che avrebbe potuto essere e che invece non sarà. O no?
Daniele Sesti
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