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La congiura della pietra nera
Nell’antica Cina i resti di un monaco buddista sono ricercati perché dotati di formidabili poteri, secondo la leggenda, infatti, chi li possiede potrà essere invincibile, e dominare il Kung Fu. Una donna, il cui nome è Pioggia Fine, è la potente assassina della banda della Pietra Oscura, riesce ad impossessarsene, e decide di fuggire e tenerli per se. Mentre i suoi compagni, furiosi, tentano di rintracciarla, lei incontra un uomo che cambierà la sua vita, e la sua anima.
"Reign of Assassins", è la tipica storia Wuxia, cioè quel genere di cappa e spada cinese, dove arti marziali e magia si fondono per raccontare i miti e le tradizioni popolari. Un genere particolarmente apprezzato negli ultimi anni, non solo per la spettacolarità dei combattimenti, per le mosse di kung fu, per l’abilità nel maneggiare spade e pugnali, ma anche per la poeticità e la cura della fotografia e delle scenografie, che riportano ad immagini orientaleggianti, così esotiche, così new age, così profondamente legate alla spiritualità.
Così fedele a questo genere, il regista Su Chao –Pin, confeziona un film perfettamente in linea con tutti i clichè cui si ispira, ma il problema è che non esce niente di più, niente di diverso, da altre opere simili già viste.
Certamente non si può negare che la storia sia interessante e ricca di mistero e colpi di scena. C’è l’oggetto magico, l’inganno, l’equivoco, l’amore, l’odio e l’espiazione, tutti elementi che riuniti in un racconto popolare, sono il vincente spunto per una trama cinematografica.
Indubbiamente non si può non ammirare la fotografia e il sapiente utilizzo delle immagini e dei colori per rendere realistici degli eventi che oltrepassano la sfera del raziocinio per vagare nei più remoti angoli dell’immaginazione. D'altronde stiamo parlando di guerrieri che riescono a volteggiare nell’aria, fanno curvare il metallo delle loro spade, sopravvivono a ferite mortali, si arrampicano su corde volanti e a volte comandano gli elementi naturali, non si può certo dire che sia facile riuscire a far dimenticare allo spettatore che queste cose non sono proprio "reali".
Sun Chao Pin, utilizza al meglio gli effetti visivi e ogni altra risorsa a sua disposizione per far si che questo sia possibile.
Anche l'interpretazione degli attori è impeccabile, i loro sguardi fieri e agguerriti, la padronanza del kung fu regala momenti emozionanti, soprattutto quando si pensa che non usano controfigure, come nel caso della splendida Michelle Yeoh, la cui bellezza e abilità abbiamo potuto ammirare in film come "La Tigre e il Dragone" e "Memorie di una Geisha".
Ma nonostante tutto questo, il film non da quell’emozione in più, rispetto ad altre pellicole del genere, non riesce ad arrivare a ottenere un posto tra gli indimenticabili, i cult, come ci si aspetterebbe sapendo che a co-dirigere il film è quell’John Woo che ci ha regalato sequenze memorabili in pellicole come "Mission Impossible II" e "Face Off".
Ma forse è proprio quest’aspettativa a non far decollare la pellicola, che comunque, va detto, riesce a far passare due ore di divertente intrattenimento, senza alcuna pretesa.
La frase: "Nascondi la debolezza con l’agilità. Dosa sia l’oscurità che la luce. Rivela la luce nell’oscurità. Nella resa sii forte.".
Monica Cabras
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