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Moonacre - I segreti dell'ultima luna
In fatto di lungometraggi indirizzati al pubblico dei giovanissimi, il famoso animatore ungherese Gabor Csupo aveva già firmato nel 2007 l’apprezzabile "Un ponte per Terabithia", tratto dal romanzo di Katherine Paterson che, pubblicato nella seconda metà degli Anni Settanta, includeva veri e propri riferimenti al quasi contemporaneo "Le cronache di Narnia" di Clive Staples Lewis.
Anche in questo caso, nel raccontare su celluloide le avventure della tredicenne Maria Merryweather (Dakota Blue Richards) che, trasferitasi presso la casa dell’eccentrico zio Benjamin (Ioan Gruffudd) in seguito alla morte del padre, finisce catapultata in un mondo fantastico attraverso il misterioso libro ricevuto in eredità dal defunto, Csupo parte dalla letteratura; ovvero da "The little white horse", scritto nel 1946 dalla gallese Elizabeth Goudge e già più volte portato sul piccolo schermo, oltre che annoverato spesso tra i modelli che potrebbero avere ispirato J.K. Rowling per il concepimento della saga di Harry Potter.
Con il Tim Curry di "The rocky horror picture show" (1975) nei panni del cattivo Coeur De Noir e la Natascha McElhone di "The Truman show" (1998) in quelli della principessa della luna, quindi, siamo ancora una volta dalle parti de "La storia infinita" (1984), ma, probabilmente a causa del budget non proprio stratosferico, il regista sembra prendere le distanze sia dal classico di Wolfgang Petersen che dal citato universo narniano, ponendo in secondo piano gli effetti speciali.
Tra unicorni e cavalli d’acqua, infatti, presta maggiore attenzione a tutto ciò che riguarda costumi, fotografia e scenografie, il cui connubio finisce per conferire all’operazione il look di una di quelle fiabe che arrivavano al cinema tanto tempo fa.
Fiabe che, recuperate oggi, si riguardano con tenerezza e nostalgia, ma i cui connotati quasi teatrali, trasferiti in una produzione come questa, datata 2008, le permettono soltanto di assumere le poco invidiabili fattezze di un elaborato proto-televisivo a seguito dell’inevitabile confronto con gli standard dell’odierno fantasy su pellicola.
Tanto più che stiamo parlando di un film che, seppur adatto allo spettatore under 12, si presenta privo di sequenze particolarmente memorabili.
La frase: "Benvenuti a Moonacre".
Francesco Lomuscio
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