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Il Sud è niente











Nel centro di Reggio Calabria, la giovane Grazia vive in un totale isolamento sociale, rifiutando ed essendo a sua volta respinta dai compagni. Dall’aspetto fortemente mascolino, la ragazza vive con il padre pescivendolo con cui ha un rapporto molto conflittuale, mentre la sua unica amicizia è quella che la lega alla nonna. Non riuscendo a rassegnarsi alla morte del fratello, Grazia lo vede e lo cerca per le vie della città e in fondo al mare, finché la conoscenza di un ragazzo aprirà una breccia nella sua ostinata solitudine.
Fabio Mollo adatta il suo cortometraggio con cui si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia per il grande schermo, traendone un film che ha avuto la fortuna di arrivare fino al Toronto International Film Festival. Il risultato è un’ennesima storia di formazione all’italiana come se ne sono già viste almeno tre al Festival di Roma. Tutti film che si somigliano: storie che vorrebbero essere intrise di profondità ma che finiscono per essere inutili polpettoni in cui convivono drammatici stereotipi a cui si cerca di dare una dignità. È davvero un mistero capire perché l’Italia continua a produrre decine di pellicole di questo genere che non hanno mai incontrato l’entusiasmo del pubblico. Un’adolescenza difficile, il conflitto generazionale, il fratello morto, la nonna saggia, la scoperta dell’amicizia: diciamocelo una volta per tutte, non se ne può più. E non se ne può più nemmeno di questo approccio intimista che cerca di bilanciare la propria debolezza rincorrendo una poeticità che rende il tutto di una pretenziosità insopportabile.
Le sequenze di Grazia sott’acqua accompagnate da una musica soave o della nonna che sussurra massime fuori campo in dialetto calabrese fanno venir voglia di alzarsi dalla poltrona e urlare "Basta!".
Detto questo, se consideriamo il film insieme ai suoi simili si nota che è indubbiamente più compatto degli altri. Non meno noioso, pretenzioso o banale, ma più coerente nell’affrontare i diversi temi.
Non c’è nulla che davvero non funziona (in fondo questi film continuano, più o meno, a piacere), però il tutto resta invischiato nella medietà insipida su cui continua a puntare una gran parte del cinema italiano.
Vinicio Marchioni, che interpreta il padre di Grazia, ha dichiarato di essere particolarmente orgoglioso di aver fatto parte di questo film che dimostra che "in Italia siamo bravissimi a fare questo mestiere". Dimentico dei veri bei film a cui ha partecipato, Marchioni con questa frase ha forse dimostrato che, finché c’è gente che ancora crede a questo cinema, le nostre sorti non si risolleveranno mai.

La frase:
"Tuo fratello non ti lasciava mai sola. Quando ti ha vista, appena nata, ha detto che eri sua".

a cura di Luca Renucci

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