Il ritorno di Cagliostro
Il duo siciliano Daniele Ciprì e Franco Maresco - quelli di Cinico Tv, per intenderci - approda alla 60° Mostra di Venezia con il film "Il ritorno di Cagliostro".
Presentato nella Sezione Controcorrente, narra la tragica - e comica - storia dei fratelli Carmelo e Salvatore La Marca, ex fabbricanti di statue sacre improvvisatisi produttori cinematografici. Fondano a Palermo, nel 1947, la Trinacria Cinematografica assieme ad autorevoli personaggi quali il cardinale Vincenzo Sucato, l'onorevole Porcaro ed il Barone Cammarata. Sarà proprio il nobile barone, appassionato di scienze occulte e studioso di Cagliostro a finanziare il film "Il ritorno di Cagliostro" che avrebbe dovuto ridare luce alla casa cinematografica dopo fiaschi clamorosi come "La vita di Santa Rosalia" ed altre invedibili pellicole.
La regia viene affidata al "maestro" Pino Grisanti ed il ruolo di Cagliostro al mitico Errol Douglas, attore americano ormai in pieno declino e preda dell'alcol.
I due registi palermitani realizzano un film che, soprattutto nella prima parte, risulta davvero divertente. Usando gli stilemi propri della loro cinematografia, confezionano scene esilaranti e surreali, graffianti, che sempre si distinguono per un'estrema originalità.
Anche la costruzione del film si avvale delle doti innovative e singolari di Ciprì e Maresco. Il montaggio, che alterna la storia dei due fratelli produttori con degli inserti giornalistici attuali (nei quali vediamo due critici cinematografici nel ruolo di se stessi - si tratta di Gregorio Napoli e Tatti Sanguineti) sul ritrovamento di una copia del film, è ben congegnato. I tempi sono quelli giusti e la narrazione non ne risente. Altrettanto valida è la fotografia, curata dallo stesso Ciprì, che ci regala uno splendido bianco e nero, ricco di sfumature, che rende omaggio alla accurata scelta dei costumi effettuata da Patrizia Quaranta.
Gli attori, a parte Robert Englund (il protagonista di "Nightmare") nella parte dell'attore americano, Luigi Maria Burruano e Franco Scaldati, nei ruoli dei due fratelli La Marca, tutti e tre ben appropriati nei ruoli, è composto dai soliti "non professionisti" di cui i registi si avvalgono da anni e dei quali riescono sempre a fotografarne con grande arguzia e profondità i volti, i corpi e le loro astruse movenze.
"Il ritorno di Cagliostro" è in definitiva un buon film anche se nel finale risente di una certa crisi di creatività nell'individuare la migliore chiusura della storia. Si ha come l'impressione di una certa indecisione di fondo che rende gli ultimi 10 minuti poco convincenti soprattutto se rapportati all'intero film.
In un "auto intervista" che gli autori si fanno, si sono chiesti :" Quanto c'è dei fratelli La Marca in voi?
"Modestamente, i Fratelli La Marca siamo noi..." si sono risposti...
Daniele Sesti
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