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Il ritorno del Monnezza
Il titolo è inequivocabile e non lascia spazio a dubbi: il Monnezza è tornato
e se non nei suoi panni storici, quelli di Thomas Milian ormai celebrato persino dalla Treccani, in quelli del figlio, cioè Rocky Giraldi cioè Claudio Amendola.
Così vediamo Monnezza Jr-Amendola Jr vagare per lo schermo riccioluto, perennemente bistrato e imberrettato (persino quando dorme) per risolvere con i suoi modi non proprio ortodossi, ma sempre sospinti "dar core", un caso in cui scoprirà essere coinvolto persino il suo Capo e che lo porterà fino a Cortina.
E quando arrivano le "monnezze", sono quelle che ci aspettiamo e che hanno fatto la fortuna della serie: sputi e chewing-gum riciclati, battutacce, doppi sensi e rime che non ricordano proprio Leopardi (e meno male che Tramezzino, il figlio di Bombolo-Venticello non eredita dal padre lo stesso talento petomane ).
I Vanzina-Brothers in tutto questo ben di Trash ci sguazzano e non si fanno pregare due volte
a coinvolgere la loro premiata ditta personale, fatta di Comici ruspanti (Enzo Salvi, ma anche Mariano D'Angelo e Alessandro Di Carlo) e bellezze più o meno discinte, stagionate (Gabriella Labate) o più giovani (Elisabetta Rocchetti), confezionando con mestiere trentennale un Clone che non sfigura in confronto all'originale.
Omaggio familiare (Vanzina-Amendola ma anche Cecchi-Gori), tributo al cinema di genere popolaresco, "Il Ritorno" consente ai Fratelloni del cinema nostrano, forse a corto di idee (e preparatevi perchè dopo il sequel di "Febbre da Cavallo" e questo "Monnezza" a Settembre arriverà anche un nuovo appuntamento con l'"Ecceziunale Veramente"di Abantatuono) di non abbandonare la strada facile facile dalla quale raramente si sono allontanati e di assecondare ancora una volta il basso ventre degli spettatori e le prospettive di facile guadagno del loro produttore.
Con la fortuna di montare l'onda di beatificazione dei B-Movie firmata da Mr. Tarantino (al quale regalano una parodia della sequenza sulla neve di "Kill Bill") e quella del loro boom commerciale in versione dvd, e con la presunzione di riportare al cinema il linguaggio dei giovani di oggi.
Forse non di tutti, ma sicuramente di quelli che a Roma chiamiamo Coatti, ai quali posso anche concedere la mia simpatia, come del resto al Monnezza Jr, ma che (non so voi) sinceramente non vorrei mai come figli.
P.S.
A proposito, il Monnezza usa spesso un videotelefonino, proprio come Amendola negli spot 3.
Ma è sicuramente solo una coincidenza...
Max Morini
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