Il patto dei lupi
"Il Patto del Lupi" si basa su un evento storico del 18º secolo: nella provincia del Gévaudan, in Francia, una misteriosa bestia uccise più di 100 persone. Luigi XV organizzò una battuta nella quale fu catturato un lupo che fu quindi dichiarato responsabile dei massacri.
Il regista francese Christophe Gans ("Crying Freeman") rievoca le atmosfere di quel tempo creando le figure di Grégoire de Fronsac (Samuel le Bihan / "Capitan Conan"), una sorta di scienziato-detective e di Mani (Mark Dacascos / "Crying Freeman") uno sciamano indiano incaricati di indagare sulle uccisioni. I due arrivano nella provincia dove tutti credono di essere vittima di una maledizione o di un qualche lupo mannaro. Con l'aiuto del marchese d'Apcher (Jeremie Renier) e dei fratelli Jean Fracois (Vincent Cassel / "I Fiumi di Porpora")e Marianne de Morangias (Emilie Dequenne / "Rosetta") tenteranno di svelare il mistero.

La pellicola, particolarmente ambiziosa, trae i suoi punti di forza sia dal cast, di sicuro richiamo, ma anche dall'incredibile atmosfera frutto delle curatissime scenografie, e dell'eccellente fotografia. Lo stile di Gans richiama quello di John Woo soprattutto nel montaggio e nella costruzione degli scontri, ma con una cura all'aspetto dell'immagine e della scenografia che si rifanno alla scuola europea. Ogni particolare dell'abbigliamento, dell'arredamento e dei luoghi è ricostruito con cura quasi maniacale ed il tutto è reso più vivido dalla scelta delle luci e delle angolazioni di ripresa.
Anche la commistione di generi: l'investigativo, il film in costume e l'action movie, risulta ben equilibrata. È comunque chiaro che specialmente la figura di Mani (un esperto di arti marziali animato da una filosofia quasi "new-age") è stata inserita strizzando l'occhio alla spetacolirazzazione ed al pubblico più giovane.

Un unico appunto finale, se Gans non ci avesse fatto vedere "la bestia", come peraltro insegna il manuale del thriller (vedi "Alien"), il risultato sarebbe stato sicuramente superiore. Lo stesso Arthur Conan Doyle ne "Il Mastino dei Baskerville" ci descrive la realtà solo nelle ultime pagine.

Curiosità: Il film, di produzione francese, è costato circa sessanta miliardi, cifra particolarmente alta per una pellicola europea.

Indicazioni:
Un incredibile mix di azione, thriller ed atmosfera.

Valerio Salvi

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Trailer, Scheda, DVD, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale: intervista a Christophe Gans e Vincent Cassel












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