Il giorno in più
"Il giorno in più" è un romanzo di Fabio Volo letto da milioni di persone e tradotto in diciotto lingue, nonché primo suo libro a diventare un film.
Non poteva che essere adattato in una commedia romantica nel senso più tradizionale del termine, che vede come protagonista Giacomo Pasetti, molto bravo nel lavoro, meno a trovare una donna con cui vivere il grande amore. Improvvisamente incontra una ragazza sul tram e se ne innamora platonicamente. Un giorno, i due si conoscono e cenano insieme; durante la cena, Michela rivela a Giacomo di dover partire per New York. Si sono incontrati troppo tardi... O forse no.
Giacomo è preso da un impulso che gli viene dritto dal cuore, e decide di raggiungerla. Nella città statunitense, i due intraprendono un gioco, che durerà solo quattro giorni, quanto basta per scoprire di essersi innamorati.
Il personaggio di Michela è stato forse il più complesso da trasporre su pellicola: Isabella Ragonese è cosciente di interpretare un personaggio amatissimo dai lettori del romanzo, e sa che è sempre molto difficile che il pubblico accetti l’attore (o l’attrice) che da un volto a ciò che hanno immaginato fino a quel momento, per cui decide di reinventarlo da capo, con l’aiuto di Volo e del regista Massimo Venier: una scelta sicuramente umile e interessante. Molto divertente e ben interpretato da Pietro Ragusa, è il personaggio di Dante, l’amico rompiscatole di Giacomo. Il protagonista assoluto della storia (che ne è anche l’autore), invece, risulta interpretato con poco zelo: Giacomo è un personaggio eccessivamente autobiografico, tanto che Volo sembra non recitare, ma interpretare sé stesso. Molti, dunque, sono i personaggi che popolano questo film, ma ognuno di loro ruota intorno all’orbita Volo: tranne Giacomo e Michela, nessun altro personaggio è approfondito o sfaccettato; le loro figure sembrano fare solo da sfondo alla coppia protagonista, dando l’impressione di essere quasi stereotipate.
La scelta di privilegiare la caratterizzazione della coppia protagonista, si ripercuote sulla riuscita generale del film, che qualche risata la strappa, ma in modo un po’ scontato. Una commedia, ma divertente solo a tratti: nel complesso risulta piacevole, anche grazie ad un finale ad effetto, ma non è un film da rivedere. Per la sua semplicità, sembra quasi un tv-movie, poco adatto alle sale. Volo stesso lo definisce un film che "lo spettatore, dopo una giornata di lavoro, può vedere con la sua ragazza per passare due ore belle": niente di più.
Fabio Volo intende il cinema solo come un intrattenimento, come un’occasione per regalare "due ore belle" al pubblico, per questo realizza un film con un intento fin troppo semplicistico. "Il giorno in più" è quindi, una pellicola adatta a chi non ha troppe pretese, a chi non vuole impegnarsi una volta seduto sulla poltrona; una scelta condivisibile, a patto però, di pagare il prezzo della sterilità.
La frase:
"Che ne puoi sapere tu, sei sempre solo".
a cura di Fabiola Fortuna
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