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Il dittatore











Larry Charles, già regista dei film "Borat" e "Brüno", con la solita squadra di sceneggiatori e produttori, si unisce di nuovo a Sacha Baron Cohen per creare un altro personaggio dalla comicità cinica, stavolta però in salsa politico-dittatoriale. Sempre in chiave demenziale e a tratti un po’ trash, sia chiaro.
L’Ammiraglio Generale Haffaz Aladeen (Sacha Baron Cohen) governa lo stato nordafricano di Wadiya con tanto amore e soprattutto tanta dittatura. Il suo braccio destro è il fedele Zio Tamir (Ben Kingsley) che lo accompagnerà nel suo viaggio a New York dove i capi di Stato di tutto il mondo lo attendono. In seguito ad una serie di vicissitudini, il dittatore conosce Zoey (Anna Faris) proprietaria del Collettivo Terra Libera, negozio di alimenti salutari a Manhattan e posto sicuro per rifugiati di guerra. La ragazza crede proprio questo di Aladeen che, non avendo più la barba che lo caratterizzava, è praticamente irriconoscibile.
Da qui inizia per il dittatore il ritorno al potere, con mezzi più o meno ortodossi e più o meno umani, ma inizia anche il suo scontro con la società americana e più in generale con la "vita normale" di un cittadino. Questi sono i presupposti perfetti per lo sviluppo della comicità, il cui livello medio è apprezzabile ma si basa su un cinismo che a lungo andare scoccia; si passa poi da battute davvero di cattivo gusto ad altre molto carine fondate su trovate più "genuine", ma sono in netta minoranza.
Il bersaglio principale della satira, oltre alla politica ovviamente, è il cinema: la sceneggiatura è infarcita di riferimenti a film, tutti statunitensi, e cartoni animati (fin dal nome del dittatore) che vengono derisi dal protagonista, non sempre in modo amichevole.
Carina la satira di tutti gli estremismi, a cominciare da quelli politici fino a quelli sociali: il personaggio di Zoey (forse il più divertente) ne è l’esempio perfetto.
Chi ha gradito "Borat" e "Bruno" ritroverà tutto quello cui è legato, magari questo ultimo episodio gli procurerà qualche risata in meno, ma la formula è sempre la solita. Chi, invece, non conosce Baron Cohen e vuole solo ridere, forse dovrebbe scegliere una commedia "vera", magari che sfrutti una comicità meno demenziale e più ragionata. Si ride molto durante "Il dittatore", è vero, ma quando si esce dalla sala rimane poco, molto poco, da ricordare. Ma forse non è questo che ci si aspetta dal personaggio di Baron Cohen; in tal caso, lo scopo è raggiunto.

La frase:
"L’America... Costruita dai neri e di proprietà dei cinesi!".

a cura di Fabiola Fortuna

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