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Hook - Capitan Uncino
Solo a uno come Steven Spielberg, creatore di veri e propri sogni su celluloide per tutta la famiglia del calibro di "E.T.-L’extraterrestre" e "I predatori dell’arca perduta", poteva venire in mente di rivisitare "Peter Pan" di Sir James Matthew Barrie ponendo al suo centro il rapporto tra genitori e figli e, soprattutto, l’importanza della presenza dei primi nella vita dei secondi.
Infatti, con una Julia Roberts fresca del successo di "Pretty woman" nei panni del luminoso folletto volante Trilly Campanellino e perfino una giovanissima Gwyneth Paltrow impegnata in una brevissima apparizione in quelli della giovane Wendy, Robin Williams ricopre il ruolo dell’affarista Peter Banning, il quale finisce per ricordare il suo perduto passato da Peter Pan nel momento in cui si ritrova catapultato sull’Isolachenonc’è per portare in salvo i figli, rapiti dal malvagio Capitan Uncino interpretato da Dustin Hoffman.
Ed è il Bob Hoskins di "Chi ha incastrato Roger Rabbit" a incarnare il buffo Spugna, fedele nostromo del cattivone privo di mano sinistra, in quello che, in maniera vagamente nostalgica, esordisce proprio ricordando le fattezze degli affascinanti family-movie degli Anni Ottanta, per poi tirare in ballo scontri con i pirati che non poco sembrano rifarsi ai vecchi classici hollywoodiani interpretati da Stewart Granger e Gene Kelly.
Purtroppo, però, è facilmente intuibile la sensazione di trovarsi dinanzi a uno dei lavori che, pur non rientrando tra i peggiori diretti dal Re Mida della mecca del cinema, non risulta certo privo d’imperfezioni; a partire dallo script tendente in più occasioni a confondere le idee, firmato a tre mani dal James V. Hart poi al servizio di "Dracula" di Francis Ford Coppola, dalla Malia Scotch Marmo in seguito sceneggiatrice di "Madeline-Il diavoletto della scuola" e dal Nick Castle che, già regista de "Il ragazzo che sapeva volare", annovera nel suo curriculum anche l’interpretazione del serial killer immortale Michael Myers in "Halloween-La notte delle streghe" di John Carpenter.
Imperfezioni riconducibili sicuramente a una certa incapacità di rinnovarsi tipica della maggior parte del cinema degli Anni Novanta, qui identificabile in particolar modo nell’inutile ricorso a tutt’altro che indispensabile accentuazione dell’ironia, con Robin Williams a muovere i primi passi verso la maschera per spettatori under 12 poi riconfermata in titoli come "Toys-Giocattoli" e "Mrs doubtfire-Mammo per sempre".
La frase: "Vivere può essere un’avventura straordinaria".
Francesco Lomuscio
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