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Recensione: Figli - Hijos
Dopo "Garage Olimpo", Marco Bechis torna a parlare della realtà dura ed irrisolta dei desaparecidos argentini. Questa volta però approfondisce la storia con un ideale seguito, parlando dei figli di quella generazione di torturati e dispersi, oltraggiati dalla menzogna e costretti a vivere senza conoscere se stessi.
Concentrando l'inizio del film sul dolore di partoriente di una giovane donna, si racconta in poche ed essenziali immagini la separazione di due gemelli. La femmina nascosta dall'ostetrica in una borsa con lo scopo di impedirle di seguire lo stesso triste destino del fratello. Dietro la porta della camera operatoria infatti aspettano due sgherri pronti a strappare il figlio alla madre, prima di ucciderla, per affidarlo in adozione ad uno dei tanti brutali generali. La piccola Rosa verrà cresciuta nella verità, seppur dolorosa, Javier invece condurrà per anni una vita lontana dalle preoccupazioni e dalla conoscenza di sé.
Contrariamente alla pellicola precedente, in cui le immagini di torture e dolore fisico non lasciavano nulla all'immaginazione, il regista di origine cilena narra la vicenda di "Hijos" attraverso l'intimo travaglio dei personaggi, lasciando che solo le parole descrivano i dolori del passato. L'altra faccia della medaglia della tragedia di un paese in cui i morti non hanno avuto l'onore della giustizia, mentre i sopravvissuti sono ancor oggi costretti a sopportare una paradossale libertà che quotidianamente li costringe ad incontrare i propri torturatori in strada o davanti ad un caffè al bar.
Si stima che in Argentina tra il '76 e l'82 siano scomparsi oltre 500 bambini. Di questi solamente 250 sono stati denunciati come tali: 72 ritrovati vivi. Crudele bottino di una guerra politica che li ha costretti a diventare figli inconsapevoli, senza storia.
Con una sceneggiatura costruita anche con l'aiuto di interviste approfondite a figli di desaparecidos, Bechis realizza un film dolorosamente interiore in cui descrive con perizia ognuno dei rapporti famigliari: non solo genitori/figlio, ma anche e soprattutto quello inizialmente conflittuale di Javier con la presunta sorella Rosa e del padre e la madre di Javier con l'ormai imprescindibile verità. Le loro diverse reazioni rispetto a questa tragica verità, a lungo nascosta per Javier e accuratamente rimossa per i due genitori, riassumono gli eventi storici con ancor più forza, colpendo diritto allo stomaco dello spettatore che partecipa più direttamente all'incommensurabile sofferenza.
Valeria Chiari
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