Hedwig - La diva con qualcosa in più
Dal teatro al cinema. Il musical rock off-Brodway più fantasioso mai visto, è diventato un film, scritto, diretto ed interpretato da John Cameron Mitchell, già autore, sceneggiatore e interprete dell'omonimo spettacolo teatrale.
La storia della cantante universalmente sconosciuta Hedwig è dolceamara: una tragicommedia che tra fumetti, canzoni e ricordi passa attraverso la vita di questo uomo-donna nato a Berlino nella "parte sbagliata della città", all'eterna ricerca della propria altra metà: una metà maschile o forse femminile. La ricerca dell'amore lo porta tra le braccia di un sergente americano per il quale decide di cambiare sesso, con una operazione definitiva. Doloroso abbandono di una parte di sé in nome della libertà e di un amore che presto si trasforma in tradimento e nella solitudine di una roulotte nel bel mezzo del Kansas. Cade il muro a Berlino e mentre per Hedwig si fa impellente il bisogno di dare una svolta alla propria vita e ritornare alla grande passione per la musica che l'accompagnava negli anni dell'infanzia. Con musica rock e parrucche strepitose Hedwig si trasforma in cantante e fonda un gruppo: tra cocenti delusioni d'amore e nuovi tradimenti professionali la sua carriera è un continuo altalenarsi di popolarità e disprezzo arrivando ad un finale dal sapore acidulo.

Annoiato dalle sitcom con le solite grandi star Mitchell decise su un aereo, insieme al suo compagno di viaggio, il compositore e paroliere Stephen Trask, di scrivere qualcosa che avesse a che fare con la musica rock. Con in mente solo alcune immagini autobiografiche, due o tre personaggi e il "Simposio" di Platone, iniziarono a lavorare febbrilmente all'idea, realizzando nel 1994 un musical sui generis, moderno e post-moderno allo stesso tempo.
È difficile riuscire ad etichettare il film di Mitchell, e quindi tentare di spiegarlo. Una commedia? Una tragedia? O magari un film d'azione? O ancora, un thriller romantico? C'è un pò di tutto è vero, ma resta importante e fondamentale la matrice musicale che riporta alla ribalta il rock essenziale degli anni in cui Lou Reed o David Bowie dominavano la scena internazionale. È anche, e soprattutto, un viaggio alla ricerca di se stessi, perché l'altra metà di cui parla il regista attraverso Hedwig, non è altro che il nostro "paradiso perduto".

Valeria Chiari

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