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Giovani
Matteo (Davide Pasti) e Juliette (Gallianne Palayret) hanno entrambi vent'anni. Si incontrano per caso, solo per qualche ora. Entrambi hanno una decisione importante da prendere: Matteo non vorrebbe più vedere soffrire la madre, Irene (Lina Sastri) malata terminale, Juliette non sa se tenere o no il figlio che aspetta da un suo professore universitario. Entrambi sono giovani, spauriti, poco esperti della vita. Entrambi dimostreranno una maturità inaspettata, una dolcezza infinita, una caparbietà unica. Questa è la seconda opera dei gemelli Mazzieri, che nel 1995 crearono un piccolo caso cinematografico con la loro opera prima "I virtuali": girato in pochi giorni, prodotto con un budget bassissimo, si fece notare da diversi esercenti italiani che lo vollero nelle loro sale (fra cui Nanni Moretti nel Nuovo Sacher). Anche questa pellicola è girata interamente in digitale, per risparmiare soldi, ma anche per dare quell'immediatezza che la pellicola classica non riesce mai a restituire allo spettatore. Il digitale consente di sentirsi parte della storia, sembra quasi di seguire i personaggi, di muoversi con loro. Ambientato a Parma, girato fra le strade cittadine, in location sempre diverse, "Giovani" dà una visione dei ventenni di oggi tutt'altro che scanzonata. Spesso sono proprio i ragazzi a saper far fronte a situazioni in cui gli adulti non sanno destreggiarsi. Matteo cerca di fare coraggio al padre (Massimo Wertmuller) che non riesce più a stare accanto alla madre, che non riesce a sopportare la sua sofferenza; Juliette dà una lezione di vita al suo professore, immaturo ed egoista, che pur di conservare la sua libertà cerca con ogni mezzo di convincere la ragazza ad abortire. È vero che i ragazzi vogliono divertirsi, fare tardi, bere, uscire con gli amici, ma è altresì vero che questi stessi ragazzi non si sottraggono alle loro responsabilità. Sanno affrontare i genitori in modo adulto, scegliere la strada del loro futuro; sanno scindere l'egoismo dai sensi di colpa, sono capaci di entusiasmarsi per un piccolo spiraglio di speranza. I personaggi del film sono veri, assolutamente simili a tanti ragazzi di oggi. Potrebbero sembrare dei perdenti, quasi sopraffatti dalle vicende, in realtà l'immagine che ne viene fuori è un'immagine positiva, carica di emozionalità e di speranza. Consigliato a quelli che hanno bisogno di ritrovare la loro forza interiore.
Teresa Lavanga
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