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Al calare delle tenebre
Ecco l'orrore dell'estate. Questa volta il mostro di turno è la "fatina del dentino" incattivita col tempo e per l'ingiustizia degli uomini del suo villaggio che cent'anni prima l'hanno giustiziata sommariamente, ritenendola responsabile della scomparsa di due bambini.
Ora è un creatura dell'aldilà, orribile e assetata di sangue che rende la vita impossibile a tutti quei bambini che nella notte l'hanno guardata negli occhi. Vive nel buio e detesta la luce, elettrica o solare che sia e appena può aggredisce le vittime designate volando via con loro, ributtandole giù solo dopo averle massacrate.
Insomma un essere davvero poco frequentabile, ma del quale non ci si riesce a liberare.
È il caso del povero Kyle che ha avuto il coraggio (o piuttosto la sfortuna) di guardare in faccia la 'fatina'. Una notte d'inferno per il quindicenne che dopo aver visto massacrare la madre non ha più nessuna possibilità, costretto da quel momento a dormire pochissimo e ad andare in giro con un borsone pieno di torce elettriche.
Sebbene sia stato costretto ad anni di ospedale psichiatrico, l'ormai trentenne Kyle è ancora ossessionato dal ricordo di quella terribile notte e dal mostro che lo tormenta e al quale nessuno crede. Fino a quando, richiamato da Caitlin, un antico amore adolescenziale, torna nel suo villaggio natale, Darkness Falls, dopo 12 anni di assenza. Il fratellino di Caitlin è infatti vittima degli stessi incubi e come Kyle sembra spinto sull'orlo della follia.
Non aggiungiamo altri elementi ad una storia che si racconta da sé, perseguendo gli elementi tipici del filone horror, con sempre lo stesso tipo di mostri crudeli e il medesimo epilogo.
Come d'uopo il film si svolge di notte e l'avventura si risolve in 24 ore (ora più ora meno), senza neppure veder colare una goccia di sangue e intravedendo solamente un paio di fotografie di alcuni degli innumerevoli cadaveri sparsi qua e là dalla truculenta fatina.
Opera prima di Jonathan Liebesman e con la collaborazione degli effetti speciali affidati nientemeno che a Stan Winston, più volte premio Oscar per i trucchi di film come "Aliens - Scontro finale" o "Edward mani di forbici", il film gioca con le rapide apparizione della creatura diabolica che persegue il buio appiattendosi su altissimi soffitti, tagliando di netto le azioni attraverso un buona combinazione di luci e ombre. Stratagemmi per dare spazio alla paura che a parte qualche (piccolo) salto sulla poltrona, non si fa proprio vedere.
Valeria Chiari
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