Indagini sporche - Dark Blue
Che il titolo sia quello italiano: "Indagini sporche", un chiaro riferimento agli "affari interni" della polizia americana, un pò come quelli "sporchi" di Figgis (1990), o che sia quello americano: "Dark blue", invocando un più scuro colore della divisa del poliziotto, vuoi per il riferimento etico, vuoi per quello razziale, la sostanza rimane la stessa: corruzione, abuso di potere e connivenza sono all'ordine del giorno in quella che potrebbe essere una sorta di mafia "sui generis": la polizia di Los Angeles.
Tratto da un romanzo del sempre caustico James Ellroy ("L.A. confidential"), il plot della pellicola di Shelton ("Tin Cup") non si limita a calcare la mano sulla denuncia del fenomeno interno, ma allarga l'orizzonte anche a quello razziale esploso proprio nella Città degli Angeli con l'ormai famigerato pestaggio di Rodney King.
Tra verità scomode, qualche spettacolarizzazione ed intrighi a beneficio dello spettatore, Shelton ben scolpisce i suoi personaggi velandoli con l'oscurità delle loro anime.

Il film si apre con l'attesa spasmodica del verdetto contro gli autori del pestaggio di King. L'ansia di Eldon Perry (Kurt Russel / "Vanilla sky"), sergente della "squadra speciale", è palpabile e la frenesia dell'uomo si trasferisce nello spettatore grazie ad un montaggio ed una ripresa al limite della nevrastenia. Con un ritmo sempre più incalzante ripercorriamo gli ultimi quattro giorni del sergente Perry e del suo compagno Bobby (Scott Speedman).
L'assortimento della coppia ripercorre i sentieri familiari del veterano e della recluta, ma il viaggio iniziatico di Bobby si scontra immediatamente con la dura realtà del distretto dove tutti sono pronti a coprire tutti come farebbe un buon massone. Bobby non ha certo la stoffa del Serpico e quando finisce sotto il torchio della disciplinare e la lente d'ingrandimento del vice capo Holland (Ving Rhames / "Mission Impossible"), preferisce adagiarsi sotto l'ala protettrice di Perry piuttosto che iniziare una crociata. Ma gli eventi sono destinati a precipitare comunque, con il verdetto di assoluzione di King si scatenano i tumulti sia nelle strade che nelle anime dei protagonisti e niente sarà più come prima...

Curiosità: Nella scena della sparatoria finale Kurt Russel carica il suo fucile e gli rimangono due cartucce, quando in seguito sale in macchina ha di nuovo la cartucciera piena benché non abbia avuto modo di rimpiazzarla.

La chicca: il film ha vinto il "Noir in Festival" 2002.

La frase: "Possiamo gestirla da gentiluomini oppure negro contro bianco, quindi rifletti bene e scegli quello che preferisci."
"Scelgo nero contro bianco!"

Indicazioni:
Per chi ama i personaggi "forti" e l'intrigo istituzionale.

Valerio Salvi

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