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Cielo senza terra
Una lunga riflessione sul rapporto tra un padre e suo figlio e sul confronto tra uomo e natura.
E’ tutta qui l’essenza del nuovo lungometraggio di Giovanni Maderna "Cielo senza terra", presente alla 67esima Mostra del cinema per le Giornate degli Autori.
Solo un padre e suo figlio, un lungo cammino nella natura incontaminata senza una meta ma con il solo scopo di godere appieno della bellezza che li circonda. Un’occasione unica per parlare della vita, del mondo, ma anche per conoscere l’altro e per confrontarsi con lui, su tutto.
Quello che conta è il viaggio con quello che questo rappresenta, una crescita personale parallela all’inerpicarsi per le montagne di Giovanni ed Eugenio. Una salita verso il cielo, dove la terra è sempre più lontana.
Questo isolamento nella natura allontana i due protagonisti dai problemi del mondo reale. A questo però lo spettatore viene riportato dai flashback giornalistici relativi alla crisi di una fabbrica nel Milanese, che ha il suo culmine negli stessi giorni, e dalla voce del produttore Gianni Grandis che racconta le sue disavventure nel mondo della musica.
Maderna ha un coinvolgimento totale nella pellicola. Infatti, oltre ad averne curato la regia, a quattro mani con Sara Pozzoli, ne è anche protagonista con il figlio Eugenio e ne cura la produzione con la propria società Quarto film fondata nel 2007.
Sin dal principio il regista riesce nell’intento di evidenziare il contrasto tra la curiosità di Eugenio, ancora troppo piccolo per conoscere il mondo e le sue regole ma desideroso di crescere e apprendere, e la disillusione di Giovanni verso questo stesso mondo e i rapporti umani – disillusione dettata dalle esperienze negative della sua vita da adulto.
Tutti ci riconosciamo in questo voler prendere le distanze da un mondo che non ci piace più, anche se in Giovanni questa amarezza si estremizza fino a diventare quasi distacco dall’umanità. E’ lui stesso, infatti, a confessare di trovarsi a suo agio solo con Eugenio.
Nonostante questa sua delusione Giovanni cerca di preparare suo figlio a quanto lo aspetta, e con alcuni aneddoti della propria vita lo aiuta a costruire la propria indipendenza e una personale coscienza critica verso quanto lo circonda.
Per Maderna non si tratta della prima esperienza alla Mostra del Cinema, infatti già nel 1999 ha ricevuto il premio per la migliore opera prima e nel 2001 è stato in concorso con "L’amore imperfetto".
Un’opera non adatta alla distribuzione nelle sale, si perderebbe una delle sue qualità, il suo carattere così intimo.
Piacevole, valorizzata da una accurata scelta dei brani sapientemente calibrati, arricchita da bei paesaggi e da una bella fotografia, la pellicola risulta però appesantita dalla sua lentezza.
La frase: "Papi, non vai d’accordo con nessuno".
Giuliana Steri
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