Blood
Sebbene il suo "1921 - Il mistero di Rookford" (2011) sia giunto prima nelle sale, è questo derivato della serie televisiva "Conviction" a rappresentare il debutto cinematografico per il televisivo Nick Murphy, il cui curriculum dietro la camera comprende, tra l’altro, episodi di "Primeval" e "Occupation".
Debutto che, con il Sam Mendes autore di "American beauty" (1999) e "007-Skyfall" (2012) coinvolto in qualità di produttore esecutivo, parte dal momento in cui Jason Buliegh, alias Ben Crompton, già condannato per molestie, viene accusato del brutale omicidio di una ragazza, per poi essere rilasciato temporaneamente a causa di mancanza di prove.
Evento che porta Joe e Chrissie Fairburn, ovvero Paul Bettany e Stephen Graham, fratelli poliziotti che avevano seguito il caso, a farsi giustizia da soli, uccidendo il presunto omicida per poi farne perdere le tracce.
Senza immaginare, però, che, nel momento in cui il vero responsabile dell’assassinio viene catturato, finiscono paradossalmente per dover dare la caccia proprio a se stessi, in quanto incaricati di rintracciare i giustizieri di quello che altro non era che un uomo innocente.
Ed è il Brian Cox di "Manhunter - Frammenti di un omicidio" (1986) a incarnare il padre dei due protagonisti, per anni a capo del Dipartimento di polizia e considerato da tutti un’istituzione; man mano che si trovano costretti a mentire ai loro colleghi e che rischiano di perdere il controllo della situazione quando Robert, con le fattezze del Mark Strong di "Zero Dark Thirty" (2012), arriva quasi a scoprirli.
Nel corso di un’ora e quaranta circa di visione immersa in vecchie ambientazioni e poca modernità, tra isole, spiagge ed architetture volte a creare oscurità intorno a personaggi circondati dagli eventi del passato, mentre quella che viene rappresentata è un’Inghilterra decisamente cruenta.
Un’ora e quaranta circa di visione che, costruita del tutto sulle indagini, finisce per reggersi, però, unicamente sulle lodevoli prove sfoggiate dai diversi componenti del cast; lasciandosi tranquillamente guardare, ma senza regalare (finale compreso) nulla di eccezionale allo spettatore, il quale non fatica ad avvertire la natura da piccolo schermo dell’operazione e la provenienza del regista dallo stesso.
La frase:
"Non posso far sapere a mia moglie e a mia figlia che sono stato io".
a cura di Francesco Lomuscio
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