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Ballkan Bazar











Cimiteri come confini contesi. Basato su reali eventi iniziati nel 2006 nella zona di frontiera tra Grecia ed Albania, il titolo "Ballkan bazar" fa riferimento al mercato di ossa umane, utilizzate per avanzare pretese territoriali. Rifacendosi, infatti, al convincimento secondo cui il luogo dove un soldato muore diventa la sua patria, un ambiguo pope - forse con un passato nell'esercito - spaccia resti dissotterrati di contadini albanesi per quelli di militari greci, ai quali edificare quindi dei sacrari su suolo straniero.

Già giornalista, attore e regista teatrale e cinematografico, membro del consiglio direttivo del Teatro Nazionale, rappresentante dei professori dell'Università di Tirana, tra i fondatori del Partito Democratico Albanese, Edmond Budina firma sceneggiatura e regia di una piccola e tecnicamente povera commedia. In una chiave onirica e folkloristico-grottesca anche troppo facile, il cineasta vede sugli antenati una guerra identitaria ("vogliono lasciarci senza radici") dove ci si aggrappa anche alla storia antica, con Pirro rivendicato da una parte e dall'altra, per di più in un paesino agricolo influenzato da credenze e fantasmi, magie e amuleti, sfortuna e predizioni, sogni e segni premonitori, sortilegi e maledizioni.
Giocando sulle contraddizioni (gli emigrati nello Stato vicino, dal quale molti familiari ricevono inoltre la pensione), sintetizzate nella scena in cui papà e figlio si ritrovano nella fossa che conteneva le spoglie del padre/nonno, Budina rende protagoniste due donne italo-francesi, ossia "superpartes", così come sono 4 anziane vestite di nero a ristabilire la verità su quell'oggetto d'amore interetnico interpretato strumentalmente, all'opposto, come prova per aizzare odio nazionalista. Il suo è perciò un femminile portatore di vita, in quanto "l'unica bandiera che non conosce confini, che fa riprodurre la specie umana, è quella dell'amore" sostiene Budina, per il quale le mutande diventano gli unici vessilli.

La frase:
""Per coloro che si battono per la libertà e la democrazia non ha importanza la bandiera e la nazionalità"".

a cura di Federico Raponi

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