A torto o a ragione
Basato su avvenimenti realmente accaduti e ispirato da una pièce teatrale, Istvan Szabo riprende una volta ancora il tema dell'arte e della politica, parlando dei loro legami a volte strettissimi. Dopo l'attore tedesco Hofgen, di "Mephisto" è il turno di un famoso direttore d'orchestra, sempre tedesco, che nella Germania nazista degli anni '30 e '40 fu molto amato da Hitler. In una Berlino devastata dalla guerra, il genio di Wilhelm Furtwangler ispiratore di una nazione intera, viene analizzato e ridiscusso alla fine della guerra dal Comitato Americano per la Denazificazione. L'ordine di interrogare lo stimato artista è affidato al Maggiore Steve Arnold, ostinatamente dedito al dovere e alla giustizia. Convinto della sua colpevolezza, lo scontro tra Arnold e Furtwangler si fa sempre più aspro, e l'inflessibilità del Maggiore lo trasforma in un aguzzino.
Uno scontro di titani di cui resta impossibile prendere le parti: opposti per principi e cultura i due uomini non riescono a comprendere altro che le proprie motivazioni. L'ignoranza di Arnold e non solo in materia musicale, e la sua condizione di vincitore lo conducono al fatale errore di una cieca arroganza, che gli impedirà di giustificare e quindi capire una realtà nazionale in cui l'arte è parte preponderante della vita di tutti, e l'ammirazione nei confronti dei suoi esecutori può trascendere persino l'attività politica.
Ma quel continuo confronto con una ragionevolezza e una giustizia dimenticata, sebbene intransigente, affievoliscono lentamente l'iniziale disinvoltura e supponenza del Maestro. La certezza di aver anche lui contrastato il nazismo, limitandosi ad alzare la bacchetta direttoriale anziché la mano per il saluto al Furher, o portando soccorso a qualche musicista ebreo, si indebolisce lentamente davanti all'evidenza della celebrità raggiunta proprio grazie alla stima dei politici.
Desiderio di immortalità al quale l'artista non può prescindere, e che la grettezza di Arnold non riesce a capire. Tra le macerie e i morsi della fame i tedeschi continuano ad ascoltare musica, lamentandosi della decadenza di questa, piuttosto che della tragedia politica e sociale in cui si trovano, mentre il Maggiore arriva alla tanto ambita verità. Nessun vinto e nessun vincitore, lo scontro di due ragioni è stata un'ennesima deflagrazione in una guerra che sembra non voler finire.
Valeria Chiari
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