Angeli Ribelli
William Franklin (Aidan Quinn Amare con rabbia, Vento di Passioni) accetta il lavoro di insegnate nel riformatorio di St. Jude, capeggiato da uno staff di cattolici. Subito Franklin si scontra con Fratello John (Iain Glen Prendimi l'anima, Darkness) dai modi poco ortodossi e molto violenti. Cercando di instaurare un rapporto di fiducia con i ragazzi, l'insegnate prova a fargli apprendere la poesia cercando di riavvivare in loro l'amore per la vita. Ma il destino è crudele.
Tratto da una storia realmente accaduta la pellicola "Angeli Ribelli" di Aisling Walsh ripercorre le gesta di questo errante insegnante che , dopo essere tornato dalla guerra in spagna, si butta a capofitto nella crudele realtà irlandese del 1939. Dopo aver combattuto con i repubblicani contro Franco ed essere etichettato come socialista, la vita per lui diventa molto difficile, riesce così a trovare solo un posto al St. Jude, appunto il riformatorio religioso. Qui vi sosterà fino al 1944, anno in cui si arruola nelle forze inglesi e dichiarato, poi, disperso sulle spiagge della Normandia. Metti come base "L'Attimo Fuggente", come sfondo "Magdalene", come flashback "Terra e Libertà" , et voilà il gioco è fatto. Solo che, purtroppo, la Walsh non ha la poesia di Peter Weir, non ha la forza espressiva di Peter Mullan, ne la freschezza di Ken Loach.
Il film è statico, lento, senza picchi, prevedibile dall'inizio alla fine, quasi soporifero. Le uniche cose salvabili sono un intenso e "cambiato" Aidan Quinn, le facce sofferenti dei bambini (chissà perché i bambini irlandesi sono sempre così espressivi ?), e la bella fotografia che riesce a catturare pienamente la tipica atmosfera rarefatta d'Irlanda. Per il resto, compreso il cattivo Iain Glen, è un agglomerato di stereotipi che non riesce neanche più a rispolverare le emozioni assopite in qualche parte del nostro cervello.
Un consiglio: lasciate perdere e se proprio volete risvegliare i sensi andate a ripescare il film di Weir, un evergreen mai sbiadito dal tempo.

Marco Massaccesi

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