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Aliens - Scontro finale
Ai tempi della sua uscita nelle sale cinematografiche italiane, non in pochi furono a pensare che si trattasse del terzo episodio della serie iniziata con "Alien" di Ridley Scott, in quanto nel 1980 il nostro Ciro Ippolito, sotto pseudonimo Sam Cromwell, già aveva provveduto a confezionare in fretta e furia il trashissimo apocrifo "Alien 2 sulla Terra".
Firmato da James Cameron due anni dopo l’eccellente "Terminator" (1984), invece, "Aliens-Scontro finale" è proprio il diretto sequel del capolavoro datato 1979, ambientato a cinquantasette anni dalla distruzione della nave Nostromo, con la combattiva Ripley che, ancora una volta interpretata da Sigourney Weaver ed ibernata nella scialuppa di salvataggio, viene recuperata da un’astronave ed inviata in affiancamento ad una squadra di marines dello spazio sul pianeta in cui avvenne il primo incontro con il sanguinario alieno, ora sede di una colonia umana con la quale, però, si sono persi i contatti da settimane.
A partire dal titolo, quindi, è chiaro che questa volta Ripley si trovi a dover fronteggiare più creature, le quali, splendidamente realizzate dall’infallibile Stan Winston, entrano però in scena soltanto dopo un’ora di visione tutt’altro che noiosa, nel corso di cui Cameron si dedica efficacemente alla descrizione dei vari duri della spedizione, da Hicks a Hudson, fino all’androide Bishop, rispettivamente con i volti di Michael Biehn, Bill Paxton e Lance Henriksen (anch’essi provenienti da "Terminator").
E, ovviamente, al di là della protagonista, non manca la mascolina donna d’azione tanto cara al futuro regista di "Titanic" (1997), qui rappresentata dalla Vasquez interpretata da Jenette Goldstein, mentre, anziché riproporre le lunghe attese e le claustrofobiche e cupe ambientazioni del capostipite, decisamente più vicino all’horror puro che alla fantascienza, viene intrapresa in maniera intelligente la strada dell’azione, distribuita a dovere durante i totali 131 minuti di durata senza risultare mai invadente, giovando piuttosto al ritmo narrativo di un prodotto ulteriormente impreziosito dal notevole lavoro svolto su effetti speciali e scenografie.
Prima testimonianza del fatto che Cameron sia autore invidiabilmente capace di confezionare classici anche quando si tratta di seconde puntate, come ha poi dimostrato cinque anni dopo anche con "Terminator 2-Il giorno del giudizio" (1991).
La frase: "Sta lontano da lei, maledetta".
Francesco Lomuscio
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