After Earth - Dopo la fine del mondo
"After Earth" è uno di quei film di cui hai già capito tutto dopo cinque minuti. Un rapporto difficile tra un padre autoritario e un figlio ambizioso, ambientato in un futuro lontanissimo – "1000 anni dopo l’evento catastrofico che ha costretto l’umanità ad abbandonare il proprio pianeta" – che si svilupperà nella maniera più prevedibile.
Padre e figlio in questione lo sono anche nella realtà: Will e Jaden Smith, ovvero il Primo Comandante Cypher Raige e l’aspirante Ranger Kitai. Per costruire una relazione mai sbocciata, Cypher porta con sé il giovane in missione, durante la quale una tempesta di asteroidi li costringe a un atterraggio di fortuna sulla "vecchia" Terra. Da qui, con papà Raige ferito e il resto dell’equipaggio passato a miglior vita, l’incarico di attraversare la foresta per dare l’allarme è assegnato a un Kitai che finalmente può seguire le prestigiose orme di suo padre.
Il ragazzo avvolto in una multifunzionale e camaleontica tuta fronteggia temibili babbuini, letali scarafaggi e maestosi volatili prima di giungere allo "scontro finale" con il mostruoso Ursa, creatura aliena che come un segugio riesce a percepire la paura umana. Ed è questo uno spunto interessante – la paura – che il talento sprecato di M. Night Shyamalan ("Il sesto senso", "Unbreakable", "The Village") tenta di affrontare ma che soccombe rispetto al sentimentalismo patriottico degli Smith.
C’è anche un altro tema, di gran moda, evocato con qualche immagine e come ragione a supporto dell’estinzione dell’uomo sulla Terra: la sostenibilità e la violenza perpetuata dagli esseri umani sulla natura. Natura che, a onor del vero, è protagonista con le affascinanti location di Costa Rica, California settentrionale (Redwood National Parks), Islanda e Svizzera.
Uno spettacolo à la “Avatar” ma senza l’azione e la computer grafica della pellicola di James Cameron, dove lo sguardo del regista predilige le dinamiche conflittuali tra un Will Smith che recita – letteralmente – in poltrona e Jaden senza il physique du rôle per interpretare una parte da protagonista.
Alcune trovate didascaliche e un finale troppo "simpatico" appiattiscono una sceneggiatura non particolarmente brillante, ma nonostante numerose debolezze "After Earth" si rivela un dignitoso blockbuster a cui gli amanti del genere in astinenza possono certamente offrire una possibilità.
La frase:
"La paura è una scelta".
a cura di Nicola Di Francesco
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