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500 Giorni insieme
"500 giorni insieme", vincitore del premio del pubblico al Sundance film festival e film di apertura della 62° edizione del Festival di Locarno, è una riuscitissima commedia romantica. Un film delizioso sul rapporto tra un lui e una lei, raccontato da lui che in 500 giorni si innamora perdutamente, vive un'appassionata storia d'amore, viene lasciato, soffre e si dispera.
La trama forse l'avete già sentita, probabilmente già vissuta ed è proprio qui la forza del film riuscire a essere realistico e originale insieme.
La storia tra Sole e Tom viene raccontata in modo non lineare, attraverso piccole scenette di vita quotidiana, ognuna introdotta da una cartolina che segnala il numero del giorno in cui si svolge, mentre il colore registra lo stato emotivo del protagonista. Ogni scena è affrontata con tecniche diverse e soluzioni, magari già viste, ma qui utilizzate in modo interessante e spassoso; così il risveglio dopo la prima notte insieme è un musical con tanto di uccellini canterini e le speranze del protagonista di riconquistare l'amata sono raccontate attraverso uno split screen che mostra aspettative e realtà in un divertente parallelismo. Nessuna soluzione è eccessiva o ripetuta e non è poco per un regista esordiente, Marc Webb, che arriva dall'esperienza dei videoclip.
Originale è anche la scelta dei ruoli, è lui il romantico che crede nell'amore vero e si butta con tutto se stesso in questa relazione, mentre lei è più distaccata e cinica, non pronta a lasciarsi coinvolgere fino in fondo, bravissimi i due protagonisti Zooey Deschanel e Joseph Gordon-Levitt, a incarnare Sole e Tom e restituirceli in tutta la loro normalità.
Tanto realismo è dovuto al co-sceneggiatore Scott Neustadter, che ha ammesso d'essersi basato per il personaggio di Sole su una storia d'amore avvenuta quando era studente. La fine del rapporto gli provocò un «dolore terribile e indimenticabile», dal momento che lui era «follemente, pazzamente e perdutamente innamorato» di quella ragazza che «ha restituito i miei baci, ma non il mio ardore».
La frase: (Avviso che precede i titoli di testa) "Questo film è un lavoro di finzione. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è solo una coincidenza. Specialmente per te Jenny Beckman. Bitch".
Elisa Giulidori
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