Young Detective Dee - Il risveglio del drago marino
Tre anni fa il pubblico di tutto il mondo ha seguito le peripezie del giudice Di Renjie, che con grande maestria e abilità, grazie ad un ottimo spirito di osservazione è riuscito a risolvere il terribile caso de “Il mistero della fiamma fantasma”. Un novello Sherlock Holmes, ma dai tratti orientali, capace di superare e risolvere incredibili misteri intrisi di magia. Un personaggio singolare, che racchiude in sé i tratti del tipico eroe cinese e, al tempo stesso, quelli del grande cinema Hollywoodiano, decisamente più occidentali, e proprio per questo a fronte di un costo di 13 milioni di dollari è riuscito ad incassarne 52 in tutto il mondo. Sulla scia di questo successo non poteva non esserci un seguito, che stavolta ha le vesti del “prequel”. E’ così che il maestro vietnamita Tsui Hark ci propone di nuovo un “wuxia”, termine filmografico cinese che indica le opere tratte da leggende e arti marziali. Il nuovo capito della saga che vede protagonista l’abile Di Renjie è ancora una volta opera del maestro coreano che regala un blockbuster orientale, caratterizzato da più voci e anime al suo interno. “Il giovane Detective Dee: rise of the dragon 3D” è il titolo di questo nuovo capitolo della saga, dove i caratteri della commedia si mescolano con tinte fantasy e mistero, con momenti di riflessione politica, romanticismo, oltre che wuxia. Una giostra multicolore tra splendide coreografie e combattimenti, con un’abbondanza, a volte ridondante, di effetti speciali spettacolari, che pur divertente non riesce a coinvolgere come il precedente.
E’ la Cina del 665 sotto la dinastia Tang, che è al momento in guerra con il regno coreano Buyeo. Per distruggere il nemico la terribile Imperatrice cinese Wu Zetian ordina al Yuchi Zhenjin, il Prefetto capo del Dipartimento di Polizia, di risolvere il mistero del drago che ha affondato la sua ingente flotta entro dieci giorni o pagherà con la vita. E’ durante le investigazioni che il Prefetto incontra un giovane Di Renjie, interpretato stavolta da Mark Chao, decisamente abile come attore, ma non apprezzabile come il precedente interprete Andy Lau. La sceneggiatura è ben costruita e il film, almeno dal punto di vista investigativo, è lineare anche se, a complicare la trama, c’è la storia d’amore fra “La Bella e la Bestia”, ossia fra Yin Ruiji, la regina delle cortigiane di Luoyang e Yuan Zhen, erede di una delle più illustri famiglie che commerciano tè. In questo episodio della serie, il giovane Di Renjie è molto diverso dal precedente, più vicino ai canoni occidentali e dotato come il superbo Sherlock Holmes, interpretato dall'occidentalissimo Robert Downey Jr., di una certa dose di strani poteri.
Nel suo insieme accattivante, con i diversi effettivi visivi in 3d, spettacolare, ma non riesce ad imporsi come il precedente a causa di scelte scenografiche eccessive a volte troppo spettacolari, con omaggi a diversi film di genere sulle arti marziali e ai limiti del paradossale. Sono 130 minuti di puro blockbuster orientale, in salsa cinese, che forse a causa dell’eccessivo uso di effetti speciali perde di credibilità, facendo sorridere.
La frase:
- "L’impareggiabile Di Renji che ha paura dell’acqua!"
- "Non ho paura, non so nuotare".
a cura di Federica Di Bartolo
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