X+Y
“X+Y”, in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2014 nella sezione “Alice nella città”, segna il debutto alla regia dell’inglese Morgan Matthew.
E’ un racconto di formazione incentrato sul giovane Nathan, interpretato da un bravissimo Asa Butterfield, un bambino affetto da una leggera forma di autismo, ma con una grande abilità per i numeri. Da piccolo Nathan perde il padre (Martin McCann), il genitore cui si sentiva più legato, in un incidente automobilistico, la madre Julie (Sally Hawkins), cerca di aiutarlo come può. I giorni passano lentamente e inesorabilmente uno dopo l’altro, e la passione di Nathan per la matematica è tale da spingere Julie a cercare di aiutarlo, ma lui la rifiuta affermando: “Non sei abbastanza intelligente”. Nonostante tutto lei non può fare a meno di tentare di avvicinarsi a lui, sperando che attraverso la matematica lui riesca a trovare se stesso e a conoscersi, così cerca un insegnante in grado di supportarlo ed ecco che entra in scena il cinico, ex prodigio della matematica, Mr Humphreys (Rafe Spall), malato di SLA, che lo istruisce e lo prepara per le Olimpiadi Internazionali di Matematica.
Già perché Nathan è un ragazzino prodigio e in breve riesce a passare le selezioni per la finale olimpica. Per due settimane si trova con altri ragazzi inglesi e cinesi a Taiwan. Dalla tranquilla vita di una cittadina della campagna inglese, sotto l’ala protettiva della madre, Nathan viene sbalzato nella spumeggiante e movimentata Taipei.
Suoni, colori e odori completamente nuovi suscitano in lui emozioni sconosciute che lo portano a mettere in dubbio se stesso, qui non è così speciale come gli avevano fatto credere perché ci sono altri ragazzi ben più bravi di lui. Sotto la supervisione di Richard (Eddie Marsan) inizia ad adattarsi, ma sarà la conoscenza con una ragazzina cinese, Zhang Mei (Jo Yang) che lo aiuterà a superare le sue paure e a provare un sentimento decisamente nuovo. E’ così che questo brillante genio della matematica incappa, nel tentativo di capire cosa prova, nella così detta: “Formula dell’amore”. Come reagirà di fronte a questo enigma? Certamente grazie a Zhang Mei e al compagno di camera Luke, interpretato da un convincente Jake Davies, anche lui genio della matematica affetto da autismo, impara ad affrontare il cambiamento, l'intimità e la concorrenza ad alta pressione, ma soprattutto riesce finalmente ad affrontare il dolore per la perdita del padre.
E’ innegabile il riferimento al famoso “A Beautiful Mind” di Ron Howard con Russel Crove del 2001, ma la trama è decisamente diversa.
Interessante l’uso della telecamera che cattura le espressioni sempre diverse sul volto del giovane Nathan, che esprime così il suo mondo interiore. Il ritmo seppur lento non annoia, grazie ai flashback e ai variegati giochi di luce e di colore utilizzati per mostrare la realtà come la percepisce Nathan. Il film è dunque giocato sul binomio/dualismo derivante dalla contrapposizione fra la perfezione della struttura e delle regole della matematica e il caotico mondo dei sentimenti e delle interrelazioni umane.
La frase:
"Tu sei proprio come una tartaruga…nel suo guscio".
a cura di Federica Di Bartolo
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