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Workingman's death
In un mondo come il nostro, in cui il settore terziario è sempre più progredito e numericamente consistente, tendiamo sempre di più a dimenticare certe pesantissime professioni ormai considerate del passato, ma tuttora praticate nel cosiddetto sud del mondo. Il proposito di questo documentario di Michael Glawogger è quello di mostrare cinque ritratti sul lavoro nel XXI secolo, scegliendo paesi e professioni diverse che però hanno in comune la caratteristica di essere pericolosi, usuranti o rischiosi. Purtroppo solo la cronaca nella sua drammaticità ci ricorda che questi lavoratori esistono, come nei recenti incidenti minerari avvenuti in Cina. La motivazione che spinge degli uomini a mettere in pericolo la propria vita è il bisogno, la necessità di sopravvivere, ed è forse questo il punto comune che emerge nel documentario di Glawogger. L'istinto più primordiale nell'uomo spinge uomini diversi per tradizione e religione: la difesa di se stessi e dei propri cari.
Il primo ritratto è ambientato in Ucraina, dove alcuni minatori scavano carbone in una miniera clandestina, e quindi in assenza delle più elementari misure di sicurezza, ma il regista mostra anche il lato dell'affettività di queste persone che comunque trovano la forza di andare avanti. Nulla di più lontano dall'eroismo produttivistico di un Alexei Stakhanov. La seconda tappa è in Indonesia, tra i lavoratori che estraggono lo zolfo a Kawah Ljen, luogo anche meta di visite turistiche. Viene mostrata la semplicità di questi operai, nonché il loro desiderio di qualcosa di migliore, nonché la loro fuga da risse e ubriachezza. Nel terzo episodio ci troviamo in Nigeria, in un mercato in cui vengono macellati ovini e bovini. Le scene relative alla macellazione sono particolarmente crude, quindi è bene che i più sensibili lo sappiano in anticipo. Anche qui i ritmi sono massacranti ed i turni interminabili. Molto pericoloso è il lavoro di alcuni operai in Pakistan, che si occupano della rottamazione e del recupero di battelli in demolizione. Un errore di valutazione, anche minimo, può essere fatale. Naturalmente non poteva essere esclusa la Cina, con la sua acciaieria di Anshan, un luogo che forse con il tempo è destinato a scomparire. Forse è destinata a diventare un parco come è avvenuto in Germania a Meidelberg?
L'epilogo lascia un messaggio di speranza, certo, ma il presente per le persone la cui storia è stata raccontata da Glawogger non sembra per ora scuscettibile di cambiamenti. I canti ufficiali per onorare questi eroi, invece, sono cessati già da molto tempo.
La frase: "Siamo nati nella sofferenza perché nulla in questo paese è come dovrebbe essere."
Mauro Corso
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