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Women
E’ appena passato il periodo delle Olimpiadi nell’antica città di Pechino ed ecco che l’altra Cina, quella nascosta e non ufficiale si presenta al mondo attraverso la 65 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione "Orizzonti". La pellicola è una produzione Svizzera e Cinese: "We" conosciuto anche come "Wo Men" nasce dal desiderio del documentarista Huang Wenhai di dar voce al popolo, alle persone che hanno sofferto per migliorare il proprio paese, subendo addirittura diversi anni di prigionia senza una reale motivazione. Produttore indipendente, autore di diversi documentari e vincitore di premi come il Gran Prize al Cinéma du réel, intervista in questo caso persone facenti parte dell’opposizione democratica della Cina d’oggi, tra cui importanti uomini politici come Li Rui ex segretario di Mao Tze-Tung (conosciuto anche come Mao Zedong nato a Shaoshan nel 1893 e morto a Pechino nel 1976). Sono personaggi molto popolari che hanno avuto modo di essere intervistati dai giornali occidentali e per questo ora sono indicate come personaggi sensibili, quindi tenute sotto osservazione dal regime. La cosa particolare di questa pellicola è che in realtà i protagonisti sono soprattutto questi uomini leggendari, non vi sono giovani se non qualcuno e fra questi ce n’è uno che ha preso i voti religiosi. E’ uno spaccato di una società tenuta all’oscuro di cosa c’è oltre la barriera innalzata dal Partito, che ha tradito perfino la Costituzione e i principi di Mao Tze-Tung. Il ritmo di questo documentario è molto lento e l’immagine è decisamente poco curata, ci sono pochissimi movimenti di macchina, in genere la camera è fissa e riprende i protagonisti delle lunghe discussioni politiche nei salotti o nelle camere da letto. L’impressione generale del documentario è che venga usata una telecamera a mano per pedinare i vari intervistati, forse per dare l’impressione che sia un filmato clandestino. Clandestini sono anche i blog che questi anziani signori hanno creato per dar voce alle proprie idee politiche, dato che tutti i libri da loro pubblicati sono sempre stati censurati, banditi o ritirati dalle librerie. Sono dei piccoli blog semi sconosciuti con pochi utenti registrati, che possano diffondere l’informazione, una lotta silenziosa e lenta verso la libertà, in cui raccontare ordinarie storie di violazione dei diritti e della legge. E’ importante per loro riuscire a parlare al popolo di internet senza mettersi troppo in luce perché, come è già successo, se il blog diventasse troppo famoso sarebbe sicuramente chiuso. Tutti questi uomini avvertono l’esigenza e l’urgenza di parlare e denunciare perché sentono di essere sulla soglia di un momento fondamentale per la Cina, non si può più andare avanti così c’è bisogno di una trasformazione. Le strade verso il cambiamento sono molteplici e alcune di queste sono bagnate di sangue, parafrasando una frase del film: la Cina ha abbattuto un imperatore per innalzarne un altro (è chiaro il riferimento a Mao e alla nuova guida politica del Paese).
La frase: "Quando si tratta di affari di Stato, come si può essere indifferenti?".
Federica Di Bartolo
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