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Mosse vincenti











Per quanto riguarda l’universo della celluloide, la lotta ha quasi sempre rappresentato uno sport da sfruttare all’interno di soggetti riguardanti l’azione a tutti i costi o il riscatto del campione che non sa di esserlo.
Nel caso del terzo lungometraggio cinematografico diretto dall’americano Thomas McCarthy, autore di "The station agent" (2003) e "L’ospite inatteso" (2007), fa invece da sfondo alla storia dell’avvocato del New Jersey Mike Flaherty, cui concede anima e corpo Paul Giamatti, il quale, appunto, nel tempo libero svolge l’attività di allenatore di una squadra di giovani lottatori. Squadra in cui decide d’inserire anche il nipote del suo anziano cliente Leo Poplar alias Burt Young: Kyle, interpretato da Alex Shaffer e fuggito dalla madre ex tossicodipendente, che disprezza.
Quindi, con lo spettro della crisi in agguato, una vicenda volta a privilegiare i sentimenti legati alla necessità di avere una famiglia che affliggono spesso adolescenti dalla personalità complicata, ma anche alla capacità di portarla avanti da parte degli adulti in difficoltà economiche.
E, se il protagonista de "La versione di Barney" (2010) si riconferma ancora una volta il notevole interprete che abbiamo imparato ad amare nel corso della sua lunga carriera, non sembra essere da meno neppure Shaffer, il quale sfoggia una memorabile prova da esordiente.
Però, è esclusivamente sugli attori che finiscono per reggersi i circa 101 minuti di visione, al cui interno, oltretutto, le canzoncine rockeggianti buttate qua e là non riescono davvero nell’impresa di camuffare una certa piattezza registica.
Del resto, se ciò può essere facilmente riconducibile al fatto che sia quello della recitazione il campo in cui McCarthy lavora principalmente (lo si è visto, tra l’altro, in "Amabili resti" e "Vi presento i nostri"), il risultato finale testimonia in maniera tranquilla che è soprattutto da performance svolte in ambito televisivo che si costituisce il suo curriculum.
Perché, complice una banale e facile retorica da tubo catodico, non sembra essere altro che un prodotto da prima serata dinanzi al piccolo schermo il pur guardabile "Win win" (come s’intitola in patria il film) o, meglio ancora, da replica pomeridiana estiva.

La frase:
"Se lui è Darth Vader, tu sei Skywalker. Ce la puoi fare".

a cura di Francesco Lomuscio

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