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VenomLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Francesco Lomuscio03 ottobre 2018Voto: 6.5
Innanzitutto, ricordatevi di rimanere seduti in sala fino al termine dei titoli di coda, perché sia dopo che durante il loro scorrimento vi attendono due diverse sequenze a sorpresa.
Precisato questo, chi è il Venom del titolo? I seguaci irriducibili del cinema di supereroi lo ricorderanno, sicuramente, incarnato da Topher Grace in “Spider-man 3”, diretto nel 2007 da Sam Raimi, in cui faceva da antagonista all’Uomo ragno insieme all’Uomo sabbia, ma la sua genesi risale alla seconda metà degli anni Ottanta, quando lo scrittore David Michelinie e il disegnatore Todd McFarlane lo introdussero nelle avventure a fumetti di Peter Parker. Autore, tra l’altro, di “Benvenuti a Zombieland” e di “Gangster squad”, l’americano classe 1974 Ruben Fleischer gli dedica ora questo intero lungometraggio calando Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock, il quale, cercando di smascherare Carlton Drake alias Riz Ahmed, fondatore della Life Foundation, non solo si ritrova rovinati la carriera e il rapporto con la fidanzata Anne Weying, ovvero Michelle Williams, ma, indagando su uno dei suoi esperimenti, finisce per fondere il proprio corpo con quello di un alieno simbionte. Una fusione che lo porta ad assumere poteri che gli consentono di fare qualsiasi cosa desideri, ma che, allo stesso tempo, deve lottare per tenere a bada, in quanto piuttosto pericolosi e, a loro modo, incontrollabili. Perché, se già l’apertura della oltre ora e cinquanta di visione manifesta un certo sapore horror, non è da meno neppure il resto, considerando che, pur essendo la tipologia di spettacolo in questione indirizzata al grande pubblico e, in particolare, a quello dei ragazzi, la vicenda inscenata non risulta facilmente discostabile da determinate metamorfosi corporee raccontate sul grande schermo da David Cronenberg. Come pure la creatura protagonista, dalla forma indefinita, suggerisce quasi influenze visive da parte di precedenti mostruosità cinematografiche quali la gelatina di “Blob – Fluido mortale”, l’extraterrestre muta-forma del carpenteriano “La cosa” e, soprattutto, la macchia d’olio fagocita-umani introdotta nel secondo dei tre episodi che costituirono “Creepshow 2” di Michael Gornick. Man mano che, tra un particolarissimo bacio consumato da Hardy con la già citata Williams, un serrato momento di fuga in motocicletta e l’immancabile, esilarante apparizione per il genio della Marvel Comics Stan Lee, si approda ad uno scontro conclusivo che sembra sfiorare i connotati di quelli tipici dei monster movie a base di entità d’oltrespazio in lotta. E, seppur sfruttata con maggior criterio e ricorrendo più del solito ad un sapiente dosaggio, è soltanto l’abbondanza di effettistica digitale a permetterci tranquillamente di accomunare alla corrente dei cinecomic d’inizio terzo millennio l’operazione, più vicina nei ritmi e nell’ambientazione metropolitana a quelli di qualche anno fa e che, ricca di movimento e piuttosto coinvolgente, non rientra affatto tra i peggiori esempi del filone. La frase dal film:
"La vita è dolore Eddie, rassegniamoci" I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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