Variété Française
Vi è mai capitato di voler lasciare il cinema prima della fine del film? (immagino di si). Ebbene oggi questa tentazione mi è balenata nella testa più volte durante l'ora e mezzo di proiezione di "Variete francaise" (nella sala molti hanno preso il coraggio di fare il gesto benché in presenza del regista). E invece io, imperterrito, sono rimasto in una sorta di autoflagellazione, fino al termine.
Dispiace sempre stroncare un film in maniera definitiva, perché in fondo il cinema è sempre un sogno straordinario in mano di chiunque vi si accosti. Eppure se questa possibilità infinità viene usata male con la presunzione di dire qualcosa non dicendo assolutamente niente, allora tutto ciò è imperdonabile.
La storia è questa (almeno credo): Eric torna da Parigi nel suo paese per poter sposare Edith, la donna che ama. Qui però si accorge che il padre si comporta in modo strano, e il fratello e la madre sono cambiati molto (sembrano scemi). Ad un certo punto della storia (?), questi ultimi due scompaiono misteriosamente. Eric ha visto quello che è successo ma se lo è dimenticato, e diventa scemo pure lui. Dopo c'è una ricerca vana per sapere quello che è successo. Sul seguito è meglio soprassedere.
Il film diretto da Frederic Videau vuole forse essere un giallo? Non ha la suspense e soprattutto non ha un filo logico. Allora vuole essere un film sperimentale? Non ci sono elementi spiazzanti, tecnici o avanguardistici che giustifichino una tale definizione. Ecco: vuole essere un film sull'amore. Purtroppo non c'è ne un minimo frammento.
Però non è detto che un film debba per forza essere incanalato in delle strutture predefinite. Un film fa storia a sé. Ma il bello è: quale storia? Avendo visto il film devo pur dire qualcosa che giustifichi le azioni dei protagonisti o del regista. Forse ho capito: è un film sulla pazzia. O meglio: sulla costruzione di una pazzia. Ve lo ricordate "Betty Blue" (un vero film sulla pazzia) in cui Beatrice Dalle lentamente entra in un vortice malato senza nessun apparente motivo (la perdita del figlio avviene solo in un secondo tempo)? Beh, scordatevelo. In quel film c'è un sentire "deviato" che vediamo crescere piano piano, e comunque se anche non notiamo questo crescendo ad un certo punto accade un motivo scatenante. Qui invece tutti diventano matti, o lo erano già, senza alcun motivo o patologia. Tutta la famiglia dello sposo e quella della sposa agiscono senza giustificazione.
Tutto quello che fanno non ha un senso. Sono personaggi sfocati. Anzi sono non - personaggi. E allora finalmente abbiamo svelato l'arcano: Videau voleva fare un non - film. Bisogna dire che ci è riuscito benissimo.

Renato Massaccesi

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