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| Un piano perfetto E’ durante una cena tra parenti che viene raccontata la vicenda di Isabelle alias Diane Kruger, la quale, decisa ad aggirare la maledizione che mette fine a tutti i primi matrimoni della sua famiglia, decide di trovare un "pollo", sedurlo, sposarlo e divorziare prima di convolare a nozze con l’uomo di cui è innamorata.
 "Pollo" che individua in Jean-Yves Berthier, redattore di una guida turistica con le fattezze del Dany Boon autore di "Giù al Nord" (2008), insieme al quale si ritrova addirittura a viaggiare in Kenya e a Mosca, mentre tenta in ogni modo di convincerlo ad abbandonarla dopo il "sì".
 Infatti, non sono assenti un feroce attacco nei confronti del povero malcapitato all’interno di uno studio dentistico e creme per depilazioni spacciategli come shampoo nel corso dell’oltre ora e quaranta di visione che, in maniera analoga a "Il truffacuori" (2010), precedente lungometraggio del regista Pascal Chaumeil, intende affrontare le difficoltà che s’incontrano nel costruire e mantenere un rapporto di coppia.
 Però, mentre la pellicola interpretata da Romain Duris e Vanessa Paradis prendeva ispirazione dai film americani degli anni Quaranta, "Un piano perfetto" si presenta nelle vesti di omaggio a prodotti francesi d’avventura come "L’uomo di Rio" (1964) di Philippe de Broca e "Il mio uomo è un selvaggio" (1975) di Jean-Paul Rappeneau.
 Del resto, man mano che la protagonista arriva anche a inventarsi un amico immaginario, ne è una concreta testimonianza la sequenza in cui lei e Jean-Yves si trovano ad avere a che fare con un grosso e minaccioso leone.
 Sequenza volta a racchiudere soltanto una delle gag che tempestano l’operazione, non priva neppure di una simulazione d’assenza di gravità ad alta quota sulle note di "Highway to hell" degli AC/DC, ma che non sempre riesce nell’impresa di risultare divertente e coinvolgente.
 Sebbene l’immancabile, indispensabile risvolto romantico lasci tranquillamente pensare non solo che gli spettatori meno esigenti possano rimanerne sufficientemente soddisfatti, ma anche che i "produttori yankee", con ogni probabilità, gli metteranno gli occhi addosso per realizzarne un remake.
 
 La frase:
 "Senti Isabelle, ho capito i tuoi giochetti, con me non funzionano micina".
 
 a cura di Francesco Lomuscio
 
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