Un onesto commerciante
Una partita a scacchi giocata su una scacchiera le cui pedine sono parte di un raffinato duello psicologico, dove le risposte si tramutano in domande, dove nei fumi di una fotografia livida come un porto del Mare del Nord all'alba, chi interroga fornisce risposte e chi e' interrogato diventa inquisitore: questo e' "Un honnete commercant" del regista belga Philippe Blasband, giā sceneggiatore di "Una relazione privata".
Presentato nella Sezione "La settimana della critica"della Mostra di Venezia, "Un honnete commercant" e'un film dalla struttura apparentemente complessa la cui ossatura portante e' rappresentata dal lungo interrogatorio a cui č sottoposto l'"onesto commerciante" Hubert da due commissari della polizia belga.
Tra una domanda rimasta sospesa e una risposta abilmente camuffata scopriamo, per pura teoria come se si fosse in un gioco di societā, come un integerrimo impiegato della tributaria possa trasformarsi in uno dei maggiori commercianti di droga del suo paese.
Come detto, il tutto avviene per puro divertimento intellettuale, tutti eventi e personaggi inventati dalla vivida creativitā di Hubert.
Questo č il silenzioso patto stretto con i due poliziotti. Inventati sono gli accadimenti, pura creazione il personaggio di Chevalier, il mentore di Hubert, che introdurrā l'onesto impiegato nel pericoloso ma redditizio mondo della malavita.
Philippe Noiret interpreta Chevalier con misurata maestria donando al suo personaggio un tocco di suadente magia. Sempre vestito con un doppiopetto grigio chiaro, non muove un muscolo di troppo, non ne ha bisogno grazie a quella inconfondibile mimica di cui dotato. Ma quella di Noiret non č l'unica interpretazione che va segnalata. Benoit Verhaert nei panni di Hubert e' di una bravura sorprendente, cosi' come Yolande Moreau ("Il favoloso mondo di Amelie") e Frederic Bodson("Rosetta") nel ruolo dei due poliziotti.
Un film sostenuto da dialoghi asettici ma significanti, di una lucida geometrica precisione che si fanno apprezzare, ben inseriti come sono in un plot solido e consapevole. Ma Blasband dimostra di essere oltre che un ottimo sceneggiatore anche un regista di pregio regalandoci riprese mai banali e sempre contraddistinte da una buona dose di originalitā.
Il finale, come ogni buon film thriller che si rispetti, č naturalmente a sorpresa e l'iniziale partita di scacchi, vi assicuriamo, non finirā con una patta.
DAS
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