Insieme per caso
Le commedie possono catturarci per vari motivi: il loro stretto contatto con la realtà e la capacità di fare ironia su questo, le situazioni indiscutibilmente divertenti basate sulla mimica dei protagonisti o i dialoghi particolarmente taglienti alla Woody Allen, ma a tutto questo va aggiunta la categoria delle pellicole che si muovono sulla sottile linea dell'assurdo, come questa.
P.J Hogan, noto ai più per "Il matrimonio del mio miglior amico", torna alla felice vena de "Le nozze di Muriel", abbandonando le atmosfere patinate ed il facile appeal delle star e confezionando questo gioiellino impreziosito dalla sempre grande Kathy Bates e dall'ironico Rupert Everett, peraltro ormai icona dell'omosessualità.
Già il binomio abbastanza sui generis sembra appositamente costruito per solleticare lo spettatore, aggiungeteci un Dan Aykroyd che si mantiene sempre su un profilo quasi inesistente riuscendo comunque ad ironizzare sulla tipica figura del marito preda di crisi, indeciso sul futuro e sostanzialmente ottuso e soprattutto l'esordiente Meredith Eaton, nel ruolo di Maudey, vulcanica e trascinante ed avrete la miscela giusta.

Una storia che inizia in sordina mentre si avventura nella quotidianità di una coppia che dopo venticinque anni di matrimonio non ha più nulla da dirsi. Grace e Max attraversano una profonda crisi, e quando Max, con tatto elefantiaco, le comunica la sua intenzione di divorziare uno dei due pilastri, che sorreggono la fragile ed insicura Grace, crolla. L'altro, il cantante Victor Fox (Jonhatan Pryce / "Il domani non muore mai") - una sorta di Neil Diamond - diventa così l'unico sostegno di una vita insipida. Il tracollo è però dietro l'angolo. Un maniaco uccide Victor ed a questo punto per Grace si apre l'abisso.
Come una banderuola trascinata dagli eventi, Grace si dibatte fino alla decisione di esorcizzare il suo passato con un viaggio catartico in Inghilterra, nel paese natale di Victor e qui incontrerà Dirk, il suo "domestico", o meglio convivente.

Il film si dipana su vari livelli, dalla semplice commedia d'intrattenimento fino a temi pirandelliani sull'essere ed apparire attraverso le pericolose acque dell'amore e delle scelte di vita.
Il tutto sempre in modo volutamente superficiale se non a volte smaccatamente banale, ma comunque funzionale allo scopo ultimo: divertire lasciando però un piccolo segno.

Curiosità: "A Venezia... un dicembre rosso shocking" [Don't look now] è una pellicola del '73 diretta da Nicolas Roeg che vede come protagonisti Donald Sutherland e Julie Christie e lo sfaldarsi del rapporto di coppia. Da ricordare per l'intensità della scena d'amore tra i due e la fotografia particolarmente cupa di Venezia.

La chicca: al supermercato si intravede al telefonino James Van Der Beek (Dawson Lery della serie TV).

La frase: "Vivere nella paura non è divertente"
oppure "una vita nel terrore non vale la pena di essere vissuta"

Indicazioni:
Per ridere senza essere nel coro.

Valerio Salvi

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