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Una Vita da Gatto

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato01 dicembre 2016Voto: 7.5
 

  • Foto dal film Una Vita da Gatto
  • Foto dal film Una Vita da Gatto
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Tutti quelli che hanno un gatto sanno bene di cosa sono capaci questi adorabili quattro zampe… ma cosa potrebbe succedere se, dopo un incidente, fosse l’anima di un uomo a ritrovarsi dentro il corpo di un gattino? Lo scopriremo nella nuova imperdibile commedia di Barry Sonnenfeld, “Una Vita da Gatto”, interpretata tra i tanti da Kevin Spacey, Jennifer Garner, Robbie Amell e Christopher Walken.
Il film è incentrato su Tom Brand, un miliardario di grande successo che - con il suo stile di vita caratterizzato da egocentrismo ed egoismo - ha allontanato totalmente sua moglie Lara e sua figlia Rebecca. Intento a recuperare il rapporto con la figlia, Tom decide di regalarle per il suo compleanno il gattino che desidera da molto tempo. Dopo aver comprato il regalo, sulla strada verso casa, Tom viene coinvolto in un terribile incidente e quando riprende conoscenza scopre di essere intrappolato nel corpo del gatto appena acquistato, mentre lui si trova in coma in ospedale. Adottato dalla sua stessa famiglia, sperimenterà una nuova prospettiva di vita all’interno di casa sua, riuscendo così a capire quali siano le cose più importanti della sua esistenza.

Barry Sonnenfeld, regista della trilogia di “Men in Black”, ha dimostrato che per far ridere non è necessario proporre gag demenziali, volgari o che possano offendere in qualche modo lo spettatore. Il film è divertente e gode della presenza di battute intelligenti e per nulla scontate. Ciò che rende la pellicola imperdibile, originale e fresca sono senza dubbio i tempi di battuta perfetti e l'ironia, il cinismo del protagonista interpretato da Kevin Spacey.
Come vi abbiamo anticipato, l’anima di Tom entrerà nel corpo di gatto: questo aspetto ci permette di capire quanto sia importante la voce e il tono usato dall'attore quando interpreta un ruolo. Per un interprete la voce è tutto perché con essa esprime emozioni ed è possibile comprendere lo stato d’animo del personaggio. Anche in veste di gatto, infatti, Spacey è risultato credibile.
“Una vita da gatto” è una commedia leggera che lascia spazio sia a riflessioni profonde sulla vita, sia a grasse risate. Il regista è riuscito a mantenere lo stesso andamento veloce per tutta la durata del film, assicurandosi così l’attenzione del pubblico in sala, anche grazie ad una colonna sonora capace di seguire passo passo il susseguirsi delle scene e lo stato d’animo dei diversi interpreti.
Ricco di situazioni esilaranti e di buoni propositi, il progetto ha in sé un tema di forte rilevanza: non ci si rende conto di cosa si ha finché non la si perde. Il messaggio può sembrare banale agli occhi dei più, ma viene affrontato in modo leggero, diretto e senza risultare pesante o stancante per lo spettatore. Emerge, però, un fondo di prevedibilità nelle situazioni che si vengono a creare nel film, nonostante la presenza di qualche colpo di scena (in particolare verso la fine) e di effetti speciali ben realizzati.

Ottima, inoltre, l'idea di trasformare in un felino un uomo che detesta i gatti perché è proprio questo dettaglio a fare della pellicola qualcosa di intrigante. Perché questa situazione è capitata a lui e non ad altri? E’ come se la vita volesse metterlo prepotentemente di fronte alle scelte fatte fino a quel momento e fargli capire dove ha sbagliato: dal rapporto quasi inesistente con i figli a quello con la moglie, fino alla grande importanza che lui attribuisce alla sua carriera e che non lascia spazio ad altro (il suo atteggiamento richiama quello di Frank Underwood in “House of Cards”). Nel corso del film, vivendo come un animale a quattro zampe, capirà ciò che sta perdendo e cercherà di rimediare ai propri errori. Ci riuscirà prima che sia troppo tardi?
Tutti gli interpreti, a partire da Kevin Spacey e Jennifer Garner, sono perfettamente in parte e ognuno di loro - a modo suo - è stato in grado di trasmettere i sentimenti dei loro personaggi al pubblico, che in alcuni momenti potrebbe sentirsi molto vicino alla loro situazione (soprattutto nelle scene in cui a farla da padrone è il dolore).

Consigliamo il film a chiunque abbia voglia di passare una serata tranquilla, volta al divertimento e all’emozione, perché “Una vita da gatto” non è solo intrattenimento, ma mostra anche il lato più amaro e difficile di ogni esistenza.


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