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Una delle due
L'Argentina, da sempre additata quale modello da seguire in tema di liberalizzazione dell'economia e di risanamento dei conti pubblici, a partire dal 2001 si trova a vivere in una situazione di profonda crisi. I motivi sono tanti e vanno dalla corruzione all'ostinazione a perpetuare un modello economico ormai anacronistico. Il giovane regista Taube, alla sua prima grande prova, non può trascendere da tale situazione, vivendola in prima persona. Ecco quindi la storia di Juan Martin Hernandez, il biondo, che pur di non essere sopraffatto e sconfitto da un destino di rassegnazione decide di immischiarsi con una banda di loschi figuri, dediti alla fabbricazione e alla emissione di denaro falso. Il suo villaggio, praticamente attaccato a Buenos Aires risente della crisi forse più che la grande città: la vita diventa difficilissima e organizzarsi per cercare di affrontare insieme la situazione sembra quasi impossibile. In molti guardano con ammirazione Martin e la sua capacità di non lasciarsi abbattere dagli eventi, ma Pilar non è fra questi. Oltre alla crisi economica, la ragazza deve far fronte ai problemi di alcolismo e di depressione della madre e le continue scappatelle di Martin di certo non la aiutano. I due personaggi vivono in un contesto molto complesso, tanto che il film potrebbe essere addirittura definito corale. Le immagini degli assalti che la popolazione di Buenos Aires fece nel dicembre del 2001 ai vari supermercati e depositi alimentari della città, vengono continuamente riproposti e colpiscono con più potenza di un proiettile, ma non riescono a cancellare l'urgenza di risolvere la singola situazione che ogni abitante del piccolo villaggio deve affrontare.
Nonostante ci sia la coscienza di dover risolvere problemi enormi, gravi ed urgenti, ognuno ha anche la consapevolezza che in una tale situazione di emergenza non ci si può fare carico dei problemi altrui. Occorre trovare il latte per il proprio bambino, le medicine per la propria madre, i soldi per aiutare la propria famiglia. Ogni modo è buono, non importa che sia o meno legale. Non c'è più il rispetto per le autorità, c'è solo voglia di sopravvivere e riuscire a tirare avanti, fosse anche solo per un altro giorno. L'intento è ottimo, la realizzazione purtroppo lascia un po' a desiderare. I passaggi dalla cinepresa alla camera digitale si notano con troppo stacco, la fotografia non riesce a rimandare le immagini cupe degli ambienti interni (scarni e eccessivamente miseri), la musica non sottolinea appieno le situazioni. Anche il titolo a questo punto diventa ambiguo: una delle due significa dover scegliere fra una delle due ragazze che il biondo frequenta o dover scegliere fra una delle due vite che gli si prospettano? Forse entrambe o forse nessuna delle due...
Teresa Lavanga
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