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Tutti intorno a Linda
Come tutte le favole che si rispettino, è una voce narrante ad accompagnare la storia di Linda (Maria Victoria Di Pace), solare ma insicura attrice trentenne di pubblicità che divide un appartamento di Torino con Sara (Francesca Faiella) e il giovane poeta Edoardo (Juan Pablo Di Pace) e che, scoperto di avere l’endometriosi nel corso di una visita medica, si trova a dover preferire di avere un figlio entro un anno anziché sottoporsi a un intervento chirurgico, in quanto timorosa nei confronti delle sale operatorie.
L’esordio registico delle sorelle Barbara e Monica Sgambellone, entrambi scenografe, ci accompagna quindi nell’esilarante ricerca dell’uomo ideale con cui concepire il bambino attuata da quella che si presenta sotto certi aspetti come risposta tricolore alla protagonista de "Il favoloso mondo di Amélie" (2001) di Jean-Pierre Jeunet, la quale stenta spesso a distinguere la fantasia dalla realtà e sembra non immaginare che a volte le soluzioni possano arrivare proprio da chi meno ce lo aspettiamo.
Ed è soprattutto la varietà di colori sfoggiata dagli oggetti scenici e dai costumi a testimoniare la provenienza professionale delle due autrici che, supportate anche dalle sempre adeguate musiche di Riccardo Della Ragione ("L’uomo spezzato"), sembrano conferire alla loro commedia al femminile un taglio da vero e proprio fumetto da sfogliare con gli occhi, complici anche divertenti omaggi onirici alla settima arte che spaziano da "Via col vento" (1939) di Victor Fleming a "Superman" (1978) di Richard Donner.
Divertenti omaggi cui si aggiungono personaggi grotteschi (il cameriere che nutre un vero e proprio timore nei confronti delle onde emanate dai telefoni cellulari) e situazioni volte efficacemente a suscitare risate (una delle migliori è sicuramente quella che si svolge in casa del Marco Cocci de "L’ultimo bacio", che veste i panni di un ex fidanzato di Linda), mentre la giovane donna alterna, scopre e studia le sue paure in un crescendo di stati d’animo che arrivano all’apice dell’irrazionalità.
Con il solo fine di ribadire in maniera coinvolgente e sufficientemente originale un chiaro messaggio: più si ha paura che le cose accadano e più accadranno.
La frase: "Le cose nella vita reale non sempre riescono bene, ma nei film sì".
Francesco Lomuscio
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