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Tristano & Isotta
"Tristano e Isotta è la storia di due personaggi che sembrano destinati ad essere divisi per sempre, e che invece proprio il destino unisce; è una storia dal respiro epico, che però affonda le radici in comportamenti umani che sono eterni. Personalmente, la natura tragica di questa storia d'amore continua a catturarmi, è così potente, sia dal punto di vista emotivo che drammaturgico, che va al di là della sua ambientazione temporale". Così il regista Ridley Scott parla del mito di Tristano e Isotta, storia tragica di un amore proibito, precedente sia alla leggenda di Artù e Ginevra a Camelot, sia al Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Ora, dopo esservisi interessato per quasi due decenni, Scott, al fianco del fratello Tony, figura tra i produttori esecutivi della versione su celluloide della vicenda, al cui timone di regia troviamo Kevin Reynolds, ambientata dopo la caduta di Roma, in un periodo in cui i signori della guerra inglesi, tra cui Lord Marke/Rufus Sewell, sono brutalmente tenuti sotto controllo dagli eserciti del re irlandese Donnchadh/David Patrick O'Hara. Non si tratta quindi di un caso se, nell'assistere alle cruente scene di battaglia e combattimento che aprono il film, ottimamente coordinate da Nick Powell (già attivo, tra l'altro, in Braveheart-Cuore impavido e Il gladiatore) ed in cui sono presenti perfino accenni di splatter, venga da ripensare in più di un'occasione a Robin Hood-Principe dei ladri (1991). Facciamo poi conoscenza con Tristano, cui presta il volto il James Franco dei due Spider-man, orfano cresciuto da Marke, nonché suo valoroso cavaliere, il quale, ferito in battaglia e creduto morto, viene ritrovato e curato dalla bella Isotta, interpretata dalla Sophia Myles di From Hell-La vera storia di Jack lo squartatore (2001), figlia del re Donnchadh, la quale lo tiene nascosto dalle truppe di suo padre. E seguiamo quindi l'epopea dell'uomo, costretto a tornare in Inghilterra, dove re Doonchadh, sempre intento a dividere ulteriormente le tribù inglesi, ha messo in palio sua figlia come primo premio in un torneo tra tutti i campioni. Premio che verrà vinto da Tristano, il quale, affinché il suo sogno di un'Inghilterra unita possa realizzarsi, cede la mano di Isotta a Lord Marke, per poi scoprire in maniera sconvolgente che è proprio della sua salvatrice irlandese che si tratta.
Però, al di là del succitato, promettente avvio, il lungometraggio di Reynolds, storia d'amore fatale in costume, finisce per afflosciarsi progressivamente, lasciando emergere una certa discontinuità ritmica, proprio dal momento in cui comincia ad essere privilegiato il lato sentimentale, all'interno del quale non mancano dialoghi involontariamente grotteschi, e l'invadente presenza di paesaggi naturali, tra scogliere e boschi dal look quasi fiabesco, spinge tranquillamente a pensare che si tratti del maldestro ricorso ad elementi che raramente, nel corso della narrazione, riescono a generare efficacemente poesia. E, anche se gli accaniti seguaci del romanticismo tipicamente letterario che fu potrebbero trovarvi spunti interessanti, tra decisioni di tradimento e "tensione sentimentale", la bella fotografia di Arthur Reinhart ed il notevole lavoro scenografico svolto da Mark Geraghty non sono sufficienti a strappare dalla letale morsa della noia un elaborato ulteriormente penalizzato dalla tutt'altro che coinvolgente colonna sonora di Anne Dudley, membro originario del gruppo pop Art of Noise.
La frase: "Sto vivendo una vita senza amore".
Francesco Lomuscio
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